Due donne sono state messe agli arresti domiciliari e una sottoposta all’obbligo di firma per maltrattamenti ai danni di anziani, ospiti di una casa di riposo di Ragusa. La Procura della Repubblica di Ragusa, analizzate le violenze verbali e fisiche ai danni degli anziani, ha richiesto ed ottenuto misure cautelari nei confronti delle indagate. Gli anziani chiedevano aiuto per ore, ma le tre donne che dovevano aiutare gli anziani in una casa di riposo di Ragusa, invece di farlo li umiliavano, maltrattavano, minacciandoli e spintonandoli.
E gli insulti continui “testa di m”, “animale”, “capra” ed ancora “mi fai schifo, puzzi come una bestia” oppure “sei pazza” o “scema”, “incrasciata” che in dialetto è termine di disprezzo che significa ‘molto sporca’. Minacce a cui gli anziani molti anche malati di Alzheimer non erano in grado di opporsi: “cambiati o ti prendo a legnate”, “se non ti lavi ti prendo a schiaffi” e ancora, muoviti che mi fai schifo o ti do uno schiaffo”, fino alle minacce di morte “io ti ammazzo”.
E poi violenze, schiaffi, spinte, strattoni e umiliazioni. Una delle indagate si è anche sdraiata sopra una anziana per non farla alzare. La Polizia di Stato, Squadra mobile, grazie ad una segnalazione, ha installato più telecamere e microspie per registrare le violenze fisiche e psicologiche ai danni dei poveri anziani ed ha eseguito le misure cautelari, disposte dal Gip presso il Tribunale di Ragusa su richiesta della Procura della Repubblica, a carico delle donne L.D. classe ’78, M.A.R. classe ’56 e F.D. classe ’88, per maltrattamenti ai danni di anziani.
Qualche mese fa, la Polizia aveva raccolto la segnalazione di alcuni cittadini che con grande senso civico, aveva riferito che erano stati notati dei comportamenti non corrispondenti all’obbligo di assistenza a favore di anziani all’interno di una casa di riposo; sentivano urlare e quindi si sono recati presso gli uffici della Squadra mobile per segnalare i sospetti.
Gli elementi iniziali erano pochi ma sufficienti a far partire l’indagine della sezione Reati contro la persona della Mobile iblea. Mesi di appostamenti, controlli, attività di osservazione, hanno permesso di raccogliere inequivocabili fonti di prova a carico di tre assistenti sanitarie. Le donne, chi più e chi meno, anziché prendersi cura di soggetti vulnerabili facevano esattamente il contrario.
Gli investigatori della Squadra mobile hanno faticato ad ascoltare le richieste di aiuto e di assistenza da parte degli anziani. In più occasioni chiedevano aiuto per tutta la notte senza ricevere assistenza. “Devo andare in bagno” diceva una donna anziana malata di alzheimer e invece no, insultata per aver disturbato il sonno di chi doveva assisterla.
Due delle indagate, anzi, commentando tra loro la notte appena trascorsa auguravano la morte della donna: dava fastidio. I comportamenti inumani sono stati tutti videoregistrati e la Procura della Repubblica di Ragusa diretta dal procuratore capo Fabio D’Anna, ha richiesto l’applicazione della misura cautelare a carico delle indagate. Dopo le notifiche dei provvedimenti a loro carico, due delle indagate sono state sottoposte agli arresti domiciliari e la terza (a suo carico sono stati documentati meno episodi) è stata sottoposta alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione in Questura.
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