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Stefano Boeri
Il museo del design che Milano attendeva da anni sta per diventare realtà: l’inaugurazione alla Triennale è prevista per l’8 aprile, alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, proprio all’inizio della settimana più “internazionale” dell’anno a Milano, quella in cui si celebra la creatività con il Salone del Mobile da un lato e le iniziative “fuori salone” dall’altro.
In una intervista all’Agi, il presidente Stefano Boeri rivendica il ruolo della Triennale, che offre con le sue mostre e, ora, anche il museo, “una bellissima immagine di Milano al mondo”. La sede principale del museo sarà al palazzo dell’Arte, la storica sede della Triennale progettata da Giovanni Muzio all’inizio degli anni Trenta e da allora punto di riferimento milanese per l’architettura e il disegno industriale.
(Stefano Boeri, foto Gianluca Di Ioia)
Come sarà la partenza del museo?
“Innanzitutto parte, e sono molto contento di poterlo confermare. Parte con un primo episodio, che copre una parte di storia del design italiano. La scelta del direttore Joseph Grima è stata quella di lavorare su un periodo, di selezionare gli oggetti più rappresentativi della storia del design italiano fra il 1948 e il 1982, quindi dal rilancio del dopoguerra fino all’anno in cui entra in scena Memphis ( il collettivo di Ettore Sottsass che rappresenta un punto di rottura della storia del design italiano e milanese, ndr), cioè una corrente totalmente nuova. Questo primo episodio, insomma, racconterà gli anni d’oro del design italiano”.
Dopo questo primo episodio, come crescerà il museo del design?
“Abbiamo già un progetto molto ambizioso e condiviso con il ministero, che ci permetterà di ampliare sia gli spazi di archiviazione, allestimento ed esposizione che la collezione, in collaborazione con altri soggetti come Adi e Confindustria. Tutto avverrà attorno alla Triennale, per ribadire che è questa la casa del design italiano, ma non c’è ancora una tempistica precisa. Dobbiamo andare avanti senza fermarci: c’è già l’ impegno economico esplicitato dal ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli (si parla di 10 milioni, ndr), e da subito pensiamo di aprire una grande consultazione di idee su come disegnare questo nuovo spazio”.
L’inaugurazione del museo avviene il giorno prima dell’inizio del Salone del Mobile: qual è il legame fra i due eventi?
“È importantissimo. C’è un dato importante: il Salone del mobile è di proprietà di Federlegno, che è da poco entrato nel cda della Triennale, come soggetto privato con una quota importante e contribuisce ormai in modo forte anche al progetto Triennale in senso lato. Questa è una bellissima notizia: da qualche mese abbiamo il Salone, attraverso Federlegno, dentro la Triennale che a questo punto diventa un ponte fra le due realtà che costituiscono il miracolo del Salone, quella della Fiera e quella del ‘fuori salone’, a loro modo così straordinariamente complementari e così tutte e due necessarie a fare del Salone di Milano un fenomeno mondiale”.
È passato più di un mese dall’inaugurazione di Broken Nature, la Ventiduesima Triennale dedicata all’ambiente e curata da Paola Antonelli. Come sta andando?
“Benissimo: i numeri sono veramente eccellenti come visitatori e come risposta. È straordinario, e anche se non voglio fare paragoni con gli anni scorsi perché non sarebbe giusto visto che le situazioni erano diverse, mi piace veramente dire che la Triennale che si presenta ai 300 o 400 mila visitatori dei Saloni è all’altezza del ruolo che deve avere, di altissimo profilo in tutti i suoi aspetti: nella parte sul design, in quella dell’architettura, dell’urbanistica, della grafica, dell’arte. La 22/ma Triennale, con tutta la varietà di esposizioni e autori, il museo con la forza dei suoi oggetti e delle icone, be’, offrono davvero una bellissima immagine della Triennale e quindi di Milano al mondo, e ne siamo contentissimi”.
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