AGI – Non era semplice per Flavio Insinna calarsi nei panni di Nino Manfredi il mito attoriale che aveva conosciuto quando, da ragazzo, studiava teatro al laboratorio di Gigi Proietti. Considerando pure che a dirigerlo c’era suo figlio, Luca Manfredi, e in platea sedeva la vedova di Nino, Erminia, poche file dietro a Nino Marino, che con Manfredi scrisse nel 1988 ‘Gente di facili costumi’ la commedia cult nella quale Insinna ha debuttato ieri al teatro Argentina di Roma accanto a una esilarante Giulia Fiume, nel ruolo della prostituta che in origine era stato di Pamela Villoresi.
E invece l’ex conduttore de ‘L’Eredità’ di Raiuno si è incarnato alla perfezione in Ugo, scrittore sessantenne fallito e senza una lira (non era ancora il tempo degli euro né dei cellulari e Manfredi ha felicemente scelto di non attualizzare il testo) che per tirare avanti scrive, tappandosi il naso, sceneggiature di serie B per la tivù e il cinema. Vive da single in un appartamento in affitto, alle prese con l’insonnia dovuta ai rumori notturni provocati dall’inquilina dell’ex lavatoio al piano sopra, Anna, giovane prostituta siciliana trapiantata a Roma che sogna un futuro da giostraia e quando rientra a casa all’alba dopo le fatiche del mestiere ascolta a tutto volume ‘Rumore’ di Raffaella Carrà.
Dalla visita notturna di Insinna-Ugo in pigiama dalla vicina per implorarla di smetterla nascerà un incontro-scontro tra due pianeti distanti ma destinati ad avvicinarsi grazie a una convivenza forzata (lei ha lasciato aperta l’acqua della vasca allagando la casa di lui). Una convivenza in cui lei è danarosa e lui squattrinato, lei sempre seminuda, ciarliera, appassionata di filmetti di serie B rigorosamente con l’happy end e totalmente illetterata che storpia lo “straniamento brechtiano” in “bresciano” e lui riflessivo, tutto citazioni colte (a tratti rispolvera l’Insinna che si lanciava nelle conclusioni finali ne i “pacchi” del televisivo ‘Affari tuoi’) impegnato nella stesura della sceneggiatura di ‘Esegesi’, film per intellettuali con la protagonista che tradisce il marito con un computer e che annoia mortalmente la coinquilina. Ne esce un rapporto tenero, divertente (Insinna omaggia Manfredi e diverte il pubblico citando il tormentone del suo famoso spot “più lo mandi giù più ti tira su”) che farà scoprire a ciascuno dei due le qualità più nascoste dell’altro e dove sarà lei, con la sua semplicità, ad insegnare all’intellettuale come si vive (con tanto di sceneggiatura smielata pensata da lei che conquisterà il rozzo produttore per niente colpito dal film da cineforum ‘Esegesi’).
Alla fine dello spettacolo Insinna ha raccontato al pubblico che quando Manfredi junior gli aveva proposto il ruolo lui aveva rifiutato, non sentendosi all’altezza, consigliando al regista di scegliere invece Elio Germano che aveva già portato Manfredi in tivù. “No, mi serve un vecchio” aveva replicato lui. E aveva ragione. Perché quel “vecchio” Insinna è perfetto.
Dopo il debutto all’Argentina, è prevista una tournè in giro per l’Italia.
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