Cronaca

“Spostiamo il Salone dell’Auto a Milano perché a Torino il clima non è sereno”

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Giulio Lapone / AGF

Andrea Levy (primo da destra)

La decisione di spostare il Salone dell’auto da Torino a Milano ha provocato forti contraccolpi nel mondo politico torinese, mettendo sotto accusa l’amministrazione Appendino cui si imputa ‘la nuova perdita’ per il capoluogo piemontese.

Andrea Levy, presidente di Parco Valentino, il Comitato organizzatore della manifestazione, che ha portato a Torino 700 mila presenze di pubblico, che hanno affollato il centro della città ed il Parco dove per 5 giorni si è svolto il Salone con le novità, i prototipi ed anche le storie di 54 case automobilistiche, non vuole entrare nell’ambito della polemica politica, conferma la formula vincente dell’evento e si limita a parlare della necessità che si è venuta a creare di “un clima più sereno”.

Nel comunicato in cui avete annunciato la vostra decisione si sottolinea la vostra “vocazione innovativa” e il carattere di “grande evento internazionale” che state preparando per l’edizione in programma dal 17 al 21 giugno in Lombardia. La realtà torinese non corrispondeva più a questa vostra esigenza?

Il modello nato a Torino si conferma vincente ed è quello che intendiamo continuare a sviluppare. Certamente teniamo molto al posizionamento a livello internazionale ed in questo Milano ci può aiutare.  La scelta è stata quella di cercare dove serenamente possiamo continuare a fare il nostro lavoro rispondendo alla doppia responsabilità che abbiamo: nei confronti del pubblico, oltre 700 mila presenza nell’ultima edizione di poche settimane fa a Torino, e delle 54 case automobilistiche a cui va garantita la giusta programmazione, organizzazione e comunicazione degli eventi. In Lombardia crediamo si possa trovare un clima più sereno con l’augurio che Torino risolva queste divergenze all’interno del Comune.

A Torino quindi non c’era più un clima sereno?

Diciamo così: c’era un clima non sereno. Quello che ci tengo a dire però è che da parte nostra si è operato nella massima trasparenza: abbiamo incontrato la sindaca Appendino , spiegato le nostre problematiche e lo stesso abbiamo fatto con la Regione.

Si può pensare per il futuro ad un ritorno a Torino?

Si vedrà. Ora partiamo con questo nuovo progetto, dai contenuti forti, con la conferma del focus sulle nuove tecnologie, tanto spazio alle emozioni, F1 e supercar ed anche continueremo a raccontare storie attraverso i compleanni delle case automobilistiche. Non mancheranno le anteprime, anzi sarà l’edizione con più anteprime , in versione dinamica a differenza di quanto accade nei Saloni tradizionali, dove si possono vedere in versione statica. Ed ancora ci sarà la Parata dei Presidenti, a Milano, una sorta di sfilata di moda di alta classe,  testimonianza della creatività italiana. Sarà ancora una volta un punto di incontro tra operatori, media, ed un grande spettacolo per il pubblico. Dobbiamo occuparci dei contenuti, lavorare serenamente per le grandi aziende automobilistiche presenti e per il pubblico, avendo un territorio che risponda alle nostre esigenze e responsabilità.

Questo però non vuol dire rinnegare il modello Torino?

Assolutamente no. A Torino abbiamo creato un modello innovativo di Salone dell’Auto, il Salone diffuso,  a cui ora guardano con interesse grandi manifestazioni come quelle di Parigi, di  Ginevra, di Detroit. A Torino abbiamo avuto una grande idea e da appassionato di auto che vive e lavora in questo Paese mi premeva tenerlo in Italia per poter competere come progetto italiano a livello internazionale . E per l’edizione di Milano del 2020 c’è al lavoro un team fortemente torinese, milanese, romano e, comunque, italianissimo, che proverà a competere con i grandi saloni internazionali. Lavoriamo su un progetto italiano, che vuole ridefinire i motor show, c’è un lavoro che presenteremo a breve al Comune di Milano e alla Regione Lombardia per essere pronti a settembre a comunicare modalità e location. Siamo lontani dalla politica, siamo appassionati di auto e del fare e cerchiamo solo di poter svolgere serenamente ed al meglio il nostro lavoro. 

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