Cronaca

Scortati o recuperati dalla Guardia di Finanza sono in arrivo altri 55 migranti

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 Nave Open Arms

Aggiornato alle ore 18,01 del 30 giugno 2019.

In mattinata una nave dell’Ong Open Arms ha localizzato una barca di legno proveniente dalla Libia con 40 persone a bordo, tra cui 4 bambini e 3 donne incinte “con alto livello di disidratazione dopo 3 giorni di attraversamento”. Lo aveva comunicato la stessa organizzazione non governativa in un tweet. “Li abbiamo assistiti e abbiamo attivato le amministrazioni competenti per prenderli in carico. Ora sono scortati a Lampedusa”.  

Quando sono ancora roventi le polemiche sullo sbarco nella notte di sabato della nave Sea Watch sempre a Lampedusa, un altro caso impegnerà in queste ore la Guardia costiera italiana e le autorità competenti. La Open Arms, al contrario della nave guidata da Carola Rackete, non ha caricato a bordo i migranti, ma ha effettuato un’azione di scorta e monitoraggio della situazione.  

Anche l’Ong Alarm Phone ha commentato la vicenda auspicando un futuro diverso per il barcone localizzato: “Ora hanno bisogno di essere portati in un porto sicuro in Europa!”.

Nel tardo pomeriggio undici migranti sono stati trasferiti a Lampedusa con una motovedetta della Guardia costiera perché necessitavano di urgenti cure sanitarie. I restanti invece, sempre a bordo di una motovedetta della Guardia di Finanza, stanno raggiungendo Pozzallo o Licata. L’arrivo stando alle prime e frammentarie informazioni sarebbe previsto dopo le 19.30. 

Secondo il deputato del Partito democratico, Matteo Orfini, la situazione è ben diversa da quella fatta registrare con la Sea Watch. “Esattamente quello che deve avvenire in questi casi. Secondo il buon senso e secondo la legge. Nessuno lo sta tenendo al largo arbitrariamente per 16 giorni, nessuno sta ordinando alla Guardia di finanza di impedirgli di entrare. La normalità è questa. L’eccezionalità nel caso della Sea Watch sta esattamente nell’aver derogato a questa prassi e a quelle norme”.

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