Cronaca

Rifiuti, nomine e conti. Le sfide che attendono Virginia Raggi

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Placato, almeno per il momento, lo scontro politico quotidiano con il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini – che per mettere in difficoltà l’alleato di governo M5s attacca la sindaca sulla gestione della Capitale – Virginia Raggi si trova a dover affrontare nelle prossime settimane le sfide che la condurranno fino a tagliare, a giugno, il traguardo dei tre anni di mandato. Rifiuti, nomine e conti restano le incombenze principali.

Dopo che sul cosiddetto ‘Salva Roma’ il governo è arrivato a sfiorare la crisi, ed il Decreto Crescita è stato rivisto ‘al ribasso’ nella parte che affronta il nodo del debito storico del Campidoglio (la ‘bad company’ che raccoglie le perdite accumulate tra la fine degli anni Cinquanta e il 2008, attualmente stimate in 12 miliardi di euro), il Comune si trova sostanzialmente al punto di partenza.

Se la norma verrà approvata dal Parlamento con il testo uscito dal Consiglio dei Ministri, dal 2022 la gestione commissariale del debito storico rischia di trovarsi a corto di liquidità e il Campidoglio potrebbe risentirne e non riuscire a chiudere i suoi bilanci. Insomma, nella fretta di rivendicare come già acquisita una norma virtuosa, quando in realtà ancora non era stata approvata, il Campidoglio a 5 Stelle potrebbe di lasciare in eredità al prossimo sindaco una situazione sul debito storico analoga a quella ereditata.

L’eterna emergenza rifiuti

Capitolo rifiuti. Dopo le polemiche legate alla diffusione degli audio delle conversazioni con Virginia Raggi registrate dall’ex ad di Ama Lorenzo Bagnacani, allegate ad un esposto presentato dal manager in Procura, la sindaca è ancora alle prese con le nomine nell’azienda. A giorni è attesa la nomina del nuovo Cda di Ama, la partecipata dei rifiuti, come nuovo vertice aziendale si parla di Luisa Melara, che potrebbe andare ad affiancare Massimo Bagatti (attualmente manager pro tempore).

Resta però l’incertezza su quale sia la linea del Campidoglio sui rifiuti, dopo aver cambiato 4 manager in tre anni ai vertici di Ama senza che nel frattempo iniziasse la realizzazione di alcun nuovo impianto di smaltimento. Ed è proprio questo il punto centrale dei problemi di raccolta e smaltimento, ovvero un ciclo fragile e non autosufficiente, dotato di appena 3 impianti Tmb di cui solo 1 di proprietà di Ama.

Dopo le nomine nella partecipata sarà la volta del nuovo assessore all’Ambiente, casella vacante da quasi 3 mesi dopo le dimissioni l’8 febbraio di Pinuccia Montanari nell’ambito della contesa tra Bagnacani e la giunta sulla chiusura del bilancio 2017 di Ama, ancora non approvato. Una vicenda che ha avuto strascichi giudiziari, con l’apertura di un fascicolo in Procura che vede il dg del Campidoglio Franco Giampaoletti indagato per concussione, e di fatto ha complicato notevolmente l’individuazione di un nuovo assessore riducendo la lista dei nomi disponibili ad accettare l’incarico.

Altra nomina attesa per i prossimi mesi è quella del nuovo comandante della Polizia Locale, con l’attuale vertice Antonio Di Maggio – il cui operato su rom e anti-abusivismo è particolarmente gradito alla sindaca – che ad inizio luglio maturerà i termini per andare in pensione. Nell’attesa che venga allestita una call per individuare il successore, in Campidoglio si parla di un possibile interim ad uno degli attuali vice, Massimo Ancillotti

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