Quota 100 piace soprattutto al Sud e agli statali. E’ quello che emerge da una prima fotografia scattata dall’Inps e basata sull’analisi delle prime 60 mila domande pervenute.
E così, osserva il Corriere della Sera, la misura fortemente voluta dalla Lega, per favorire in particolare l’uscita dal lavoro degli operai del Nord, sta invece prendendo un indirizzo diverso.
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Il 40% delle richieste arrivano dal Mezzogiorno
In tutto, per essere precisi, sono 60.704 gli aspiranti pensionati che avevano fatto domanda fino a giovedì. Di queste, 25.403 (il 41,8% del totale) viene dalle regioni del Sud. “Al secondo posto il Nord con 21.877 domande (il 36% del totale) e al terzo il Centro con 13.424 (22,1%). È vero che la regione prima in classifica è la Lombardia, con 6.816 richieste, ma è tallonata dalla Sicilia con 6.637 domande. Al terzo posto c’è il Lazio (6.563), anche per la forte presenza di statali, ma al quarto e quinto troviamo di nuovo due regioni del Mezzogiorno: la Campania con 5.874 richieste e la Puglia con 4.685”.
Chi sono i pensionati quota 100
Sono tantissimi i dipendenti pubblici che vogliono andare in pensione. Secondo l’Inps, le richieste depositate dai dipendenti pubblici sono praticamente quante quelle dei dipendenti privati: 21.779 contro 22.071. Ora, – osserva ancora il Corriere – basta ricordare che i dipendenti delle amministrazioni pubbliche sono poco più di tre milioni mentre quelli del settore privato sono circa 15 milioni, per vedere come “quota 100” abbia, in queste prime tre settimane, interessato soprattutto il personale del pubblico impiego.
L’Inps non elabora la provenienza geografica di questa categoria di domande. Lo fa, invece, il patronato Inas-Cisl, per il quale sono passate finora più di 13 mila richieste di “quota 100”, un campione più che attendibile. Le domande presentate da dipendenti pubblici, dice l’Inas, provengono per il 46,2% dal Sud e per il 32,6% dal Nord (21,2% dal Centro). Sul settore privato, invece, un dato interessante è quello sui disoccupati: una domanda su tre delle 13 mila lavorate dal patronato Cisl viene da persone che hanno perso il lavoro e stanno percependo la Naspi (indennità di disoccupazione).
Si libereranno 40 mila posti nelle scuole
Da settembre nelle scuole italiane si libereranno tra i 40 mila e i 45 mila posti. Le richieste presentate finora – si legge su Orizzonte Scuola – son 8.525 tra cui 7.047 domande di quota 100 da parte di insegnanti, 1.290 da parte del personale Ata, 188 da parte di presidi. Numeri che si aggiungono alle domande di pensionamento già presentate prima dell’avvio di quota 100, portando il totale tra i 40 e i 45 mila posti liberi.
Ci sarà il ricambio generazionale?
Uno dei cavalli di battaglia del ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno è, da sempre, quello del ricambio generazionale. Ma ci sarà davvero? ”Grazie a Quota 100 – sono le parole del Ministro riprese dal Messaggero – avremo finalmente un bel ricambio generazionale, che ci serve anche per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Avremo un turnover, già previsto dalla legge di bilancio, al 100%: per uno che esce avremo uno che entra. E contemporaneamente abbiamo 130 milioni di euro per assunzioni straordinarie nel 2019. Quello che ha fatto questo Governo per la Pubblica Amministrazione non è mai stato fatto in passato”, ha concluso.
Tanti i disoccupati
Dall’insieme dei dati raccolti dall’Inps, emerge che nel privato ricorreranno a “quota 100” molti lavoratori di aziende in crisi per evitare di finire “esodati”, cioè senza stipendio né sussidi. In questa direzione – spiega il Corriere – va anche il fatto che più di 40 mila dei 60 mila richiedenti hanno un’età fra 63 e 67 anni mentre solo 20 mila hanno presentato domanda non appena raggiunta “quota 100”. Se questo trend fosse confermato, non sarebbe una buona notizia ai fini del ricambio generazionale che il governo auspica come risultato di “quota 100”. È evidente, infatti, che chi ha perso il lavoro perché la sua azienda è in crisi, difficilmente sarà sostituito con l’assunzione di un giovane. Diversa la situazione nel pubblico impiego, dove “quota 100” sta ottenendo un successo forse superiore alle attese, considerando che in tre settimane sono arrivate quasi 22 mila richieste (la relazione tecnica al decreto ne stima dal settore pubblico 100 mila in tutto il 2019). Il governo ha promesso di assumere tanti lavoratori quanti usciranno, ma ciò non avverrà in tempi rapidi, perché si dovranno fare i concorsi.
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