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Fiumicino, danni causati da una tromba d’aria in via Coccia di Morto a Fiumicino, luglio 2019
L’ultima violenta perturbazione fa salire a ben 540 il numero di tempeste, nubifragi, trombe d’aria e grandinate che nella pazza estate 2019 hanno provocato gravi danni nelle campagne e nelle città ma anche al turismo. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base degli ultimi dati ESWD, la banca dati europea sugli eventi estremi, dalla quale emerge che si tratta praticamente del doppio (+88%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’allerta arancione della protezione civile per il nord Italia, con il maltempo che ha provocato danni e sfollati, arriva dopo un mese di luglio bollente che in Italia – sottolinea la Coldiretti – ha fatto registrare una temperatura superiore di addirittura 2 gradi rispetto alla media storica, il settimo più caldo dal 1800 dopo che giugno aveva fatto registrare una temperatura superiore di 3,3 gradi rispetto alla media e si era classificato al secondo posto per temperatura elevata dal 1800, quando sono iniziate le rilevazioni secondo Isac Cnr.
Una estate a due facce dunque segnata fino ad ora da temperature bollenti ma anche da eventi estremi secondo la Coldiretti che hanno distrutto le coltivazioni nei campi con piante sradicate, serre divelte, vigneti abbattuti, mele, pesche e altra frutta flagellata come pure meloni e pomodori ma anche campi allagati, soia e mais stesi a terra dalle forti tempeste di vento, trombe d’aria e temporali intensi accompagnati da grandinate killer con frane, strade di campagna impraticabili e pascoli isolati che hanno portato a chiedere nelle zone colpite lo stato di calamità.
Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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