JOAQUIN SARMIENTO / AFP
Scena di un omicidio
La cronaca nera riporta spesso, quasi quotidianamente, notizie di omicidi volontari avvenuti in Italia. Ma, al di là delle emozioni che può suscitare il singolo caso, che cosa dicono i numeri? Quanti omicidi ci sono ogni anno in Italia e qual è il trend degli ultimi decenni? Come siamo messi rispetto agli altri Paesi?
Anticipiamo subito che l’Italia è uno dei Paesi più sicuri al mondo, dal punto di vista del rischio di essere assassinati. Facciamo meglio della gran parte degli altri Stati a livello mondiale e anche all’interno della Ue siamo tra i migliori. Arriviamo del resto da tre decenni di calo quasi costante del numero di omicidi volontari.
Ma andiamo a vedere i dettagli.
Sommario
Gli omicidi in Italia
Secondo quanto riporta il database dell’Istat, gli omicidi volontari denunciati in Italia nel 2017 – ultimo anno per cui ci sono dati disponibili – sono stati 368, praticamente uno al giorno. Questo numero è il più basso degli ultimi dieci anni, un periodo durante il quale il totale degli omicidi volontari consumati nel Paese è andato calando quasi costantemente.
Solo dieci anni prima, gli omicidi erano molti di più. Erano infatti 611 gli omicidi volontari nel 2008, 586 nel 2009, 526 nel 2010, 550 nel 2011, 528 nel 2012, 502 nel 2013, 475 nel 2014, 469 nel 2015 e 400 nel 2016.
Se poi allarghiamo lo sguardo ad anni ancora antecedenti – possiamo a questo scopo consultare il database dell’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, da cui abbiamo scaricato e reso agevolmente consultabili i dati – il crollo del numero totale di omicidi è impressionante.
Nel 1990 erano stati 1.794, nel 1991 1.938, nel 1992 1.476. Numeri superiori fino a cinque volte quelli attuali.
Siamo scesi sotto “quota mille”, per poi non tornarci più al di sopra, solo nel 1996 (953 omicidi) e nei 12 anni successivi si è progressivamente scesi verso i 611 omicidi del 2008.
Il tasso di omicidi in Italia
Questo calo impressionante del numero assoluto di omicidi si ripercuote ovviamente sul “tasso di omicidi”, cioè il numero di omicidi ogni 100 mila abitanti (che è poi il criterio che viene usato per i confronti internazionali).
In Italia il tasso di omicidi, secondo quanto riportano i dati da noi scaricati dal database dell’Unocd, era superiore a 3 ogni 100 mila abitanti a inizio anni ‘90 (3,1 nel 1990, 3,4 nel 1991), è sceso a 1/100.000 nel 2008 e nel 2016 era dello 0,7/100.000. Secondo un nostro calcolo, nel 2017 dovrebbe essere ulteriormente sceso allo 0,6/100.000.
Vediamo questa cifra come ci colloca a livello internazionale. Per prima cosa, guardiamo all’Unione europea.
Un confronto con gli altri Paesi Ue
Il dato dello 0,6 di tasso di omicidi nel 2017 colloca l’Italia tra i Paesi più sicuri dell’Unione europea. Meglio di noi fa soltanto il Lussemburgo, con un tasso dello 0,3 – ma essendo un Paese molto piccolo bastano pochi omicidi per far oscillare significativamente il dato: ad esempio nel 2016 era dello 0,8 – e ci affiancano Cipro e la Repubblica Ceca.
Sono comunque molto vicini (usiamo i dati 2016, quando mancano quelli relativi al 2017) l’Austria, la Grecia, il Portogallo e la Spagna, con un tasso di 0,7 omicidi ogni 100 mila abitanti, e l’Olanda e la Polonia con lo 0,8.
Gli altri grandi Paesi europei hanno tutti tassi superiori: la Germania è all’1, il Regno Unito all’1,2 e la Francia all’1,3.
I Paesi con i tassi più alti sono la Lituania (4,5) e la Lettonia (4,2). Gli unici altri due Paesi della Ue con un tasso superiore al 2/100.000 sono poi la terza delle repubbliche baltiche, l’Estonia, con un tasso pari a 2,2 e l’Ungheria al 2,5.
Altri Paesi a confronto
Se poi guardiamo ai Paesi membri del G8, meglio dell’Italia fa solo il Giappone, con un tasso dello 0,3/100.000 abitanti.
Di Francia, Germania e Regno Unito si è già detto. Il dato peggiore è quello della Russia, con un tasso del 9,2, seguita da Stati Uniti (5,3) e Canada (1,8).
Tra i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), la Cina risulta avere lo stesso tasso di omicidi dell’Italia (0,6) mentre gli altri Stati sono tutti in una situazione peggiore. L’India, col 3,2, e la Russia, col 9,2, sono comunque in una situazione meno drammatica del Brasile (30,5) e del Sudafrica (35,9), dove si registrano tassi tra le 50 e le 60 volte superiori a quello italiano.
Guardando ai dati 2016/2017, infine, il Paese col tasso più alto di tutti risulta essere El Salvador, dove nel 2016 era pari a 83,1 ogni 100 mila abitanti (ma mancano i dati di diversi Paesi in situazioni critiche, come ad esempio la Libia).
Conclusione
Dal punto di vista del rischio di essere assassinati, l’Italia è uno dei Paesi più sicuri al mondo. Non solo abbiamo un tasso di omicidi tra i più bassi al mondo ma anche all’interno dell’Unione europea, dove i tassi medi sono più bassi che nel resto del pianeta.
La situazione è nettamente migliorata nel corso del tempo: gli omicidi in Italia si sono dimezzati negli ultimi 15 anni e si sono ridotti a un quinto di quello che erano a inizio anni ‘90.
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