Alessandro Serrano’ / AGF
Nella mattinata del 25 luglio il sindaco di Roma Virginia Raggi è andata davanti allo stabile occupato abusivamente da Casapound, in via Napoleone III a Roma. Raggi ha notificato al movimento di estrema destra un verbale che stabilisce che la scritta “Casapound” sulla facciata e lo striscione che recita “Questo è il problema di Roma” debbano essere rimossi.
Questa iniziativa ha riacceso la polemica sulla questione dello sgombero di Casapound, che occupa illegalmente lo stabile di via Napoleone III dal 2003. Il sindaco non ha infatti i poteri necessari per poter scacciare gli occupanti abusivi e il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che invece quei poteri li avrebbe, ha già detto in passato che lo sgombero di Casapound non è una priorità, dato che l’immobile occupato non sarebbe né pericolante né soggetto a iniziative giudiziarie. Criteri, questi, riconosciuti di recente come prioritari anche dal nuovo prefetto di Roma, Gerarda Pantalone.
Ma quanti sono gli immobili occupati abusivamente a Roma e in Italia?
Sommario
I palazzi occupati a Roma
Cominciamo dalla capitale. Secondo quanto riporta il Viminale a luglio 2019, «sono 82 attualmente nel territorio di Roma gli edifici occupati abusivamente da oltre 11mila persone».
Il Prefetto di Roma, Gerarda Pantalone, il 18 luglio ha approvato un “Piano degli interventi di sgombero”, relativo a 23 immobili occupati abusivamente. Tra questi non figura quello occupato da Casapound.
I criteri utilizzati per individuare le priorità sono diversi. Vengono innanzitutto presi in considerazione le occupazioni dove il mancato sgombero è stato sanzionato «con sentenza di condanna al risarcimento del danno», le occupazioni «gravate da ordine di rilascio emesso dall’Autorità giudiziaria civile ed amministrativa cui occorre prestare ottemperanza», e le occupazioni «gravate dal sequestro preventivo». Insomma, è fondamentale che sulla situazione particolare di un immobile occupato ci sia qualche pronuncia da parte dei giudici.
Tra queste situazioni si dà poi la priorità alle situazioni in cui le condizioni strutturali e sanitarie dell’immobile mettono a rischio l’incolumità pubblica e privata (edifici pericolanti o dove le condizioni igieniche sono pessime), a quelle in cui sono presenti «criticità sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica» (luoghi di spaccio, prostituzione e criminalità in generale), e infine a quelle dove si devono garantire i diritti riconosciuti ai proprietari. In quest’ultimo caso si segue un ordine cronologico, per cui chi prima ha visto riconoscersi dall’autorità giudiziaria i propri diritti, prima vedrà sgomberato il proprio immobile.
Qui è consultabile l’elenco dei 23 immobili a cui è stata data la priorità e le schede relative a ogni singolo edificio, che ne giustificano l’inserimento nella lista delle urgenze.
Secondo fonti di stampa, che citano «cifre che girano al Viminale», la situazione di Roma sarebbe la peggiore in Italia, anche facendo il confronto con le altre grandi città del Paese come Napoli e Milano.
Ma qual è la situazione a livello generale in Italia?
Gli immobili occupati
Sulla questione degli immobili occupati in tutta Italia non ci sono dati ministeriali e i numeri più affidabili, e recenti, sono forniti da Federcasa – la federazione che associa 114 enti che si occupano di gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Per una curiosa coincidenza, la sede di Federcasa si trova a Roma in via Napoleone III al civico 6, il palazzo accanto – come si può verificare anche con Google street view – a quello occupato da Casapound, che si trova al civico 8.
A luglio 2016, presentando un dossier sul tema, il presidente di Federcasa Luca Talluri a luglio 2106 aveva dichiarato: «Nel Paese gli alloggi occupati sono circa 48 mila, un numero non altissimo se messo in relazione agli oltre 750 mila alloggi gestiti dagli Enti casa a noi associati, ma ugualmente importante».
Precisiamo che stiamo parlando qui solo di case popolari occupate, mentre gli immobili di privati o anche di enti pubblici – ma non qualificate come case popolari, come ad esempio il palazzo occupato da Casapound – non rientrano in questo conteggio.
Ancora Talluri, nella stessa occasione, aveva poi affermato: «Rispetto al totale delle abitazioni risulta che circa il 6,4% di queste è occupato abusivamente. Le aree maggiormente interessate sono il Mezzogiorno (53,4%) e il Centro Italia (36,5%). Le stime riferiscono inoltre che rispetto al fenomeno dell’occupazione abusiva, le abitazioni che vengono occupate con forza rappresentano l’81% (circa 40 mila casi)».
Il restante 19% è invece occupato da persone che hanno perso il diritto a stare nella casa in cui si trovavano, ma che nonostante questo hanno continuato ad occupare l’immobile.
Abbiamo contattato Federcasa per chiedere se fossero disponibili dati più aggiornati e ci hanno riferito alcuni numeri riferiti al 2016.
Gli alloggi occupati abusivamente quell’anno risultano essere 30.615, di cui 21.980 per “assenza originaria del titolo” – cioè chi ha occupato non ha mai avuto diritto a quella casa – e 8.635 per “assenza sopravvenuta del titolo”, cioè il diritto alla casa è stato perso, ma nonostante questo l’alloggio non è stato lasciato libero.
Questi 30.615 appartamenti rappresentano il 3,9% degli alloggi popolari (come sopra visto, sono più di 750 mila in totale). Il Sud e le Isole resta l’area dove si registrano le percentuali più alte di occupazioni abusive – il 6,8% -, davanti al Centro (5,7%), al Nord-ovest (2,7%) e al Nord-est (0,4%).
Il Centro detiene però il primato degli alloggi occupati fin da subito senza averne titolo (il 5%, contro il 4,3% del Sud e delle Isole, l’1,7% del Nord-ovest e lo 0,1% del Nord-est).
Conclusione
A Roma gli edifici occupati abusivamente, a luglio 2019, risultano essere 82. A 23 di questi – tra cui non è compreso quello occupato da Casapound – è stata data la priorità in base ad alcuni criteri stabiliti dal Prefetto della capitale nel Piano degli interventi di sgombero approvato di recente.
A livello generale non esistono cifre precise per tutta Italia. Federcasa fornisce alcuni numeri interessanti, ma relativi ai soli alloggi popolari occupati abusivamente. Questi risultano essere nel 2016 più di 30 mila, di cui i due terzi occupati fin da subito senza averne alcun diritto (per il terzo restante l’illegittimità dell’occupazione è successiva).
La situazione è significativamente più grave al Sud e nelle Isole, e nel Centro. L’area dove invece la situazione è nettamente migliore è il Nord-est.
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