Il tribunale di Salerno, collegio presieduto da Vincenzo Siani, ha assolto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nell’ambito del processo Crescent. La sentenza è stata letta dal presidente della seconda sezione penale, dopo circa 8 ore di camera di consiglio. Scongiurato così il rischio sospensione per gli effetti della legge Severino. Il governatore era imputato per falso ideologico, abuso d’ufficio e reati urbanistici compiuti, secondo l’accusa che aveva chiesto la condanna a 2 anni e 10 mesi, quando era sindaco di Salerno.
l processo Crescent dinanzi al tribunale di Salerno si chiude anche per i consiglieri regionali, all’epoca dei fatti assessori della giunta De Luca, Franco Picarone, Luca Cascone, Vincenzo Maraio e Aniello Fiore. Tra gli imputati c’erano anche l’attuale vicesindaco Eva Avossa con l’assessore comunale Domenico De Maio. Alla lettura della sentenza pronunciata dal presidente Siani erano presenti anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, impegnato nel processo come difensore. Sentenza di assoluzione anche per i costruttori Eugenio Rainone e Rocco Chechile, che hanno eseguito i lavori per la realizzazione dell’edificio a mezzaluna che si erge su piazza della Libertà.
Considerati i beneficiari della lottizzazione seguita alla demanializzazione dei suoli, Rainone e Chechile secondo il pm Rocco Alfano avrebbero dovuto essere condannati a 2 anni e 6 mesi di reclusione, e 2 anni e 2 mesi. Per gli assessori che hanno affiancato Vincenzo De Luca nella gestione del Comune di Salerno le richieste erano di 9 mesi di reclusione. Due anni e 10 mesi la richiesta avanzata per De Luca, che il tribunale ha appunto respinto.
Una vicenda del 2008
La sentenza di assoluzione è l’epilogo di una complessa vicenda legata alla realizzazione del Crescent a Salerno secondo il progetto dell’archistar Riccardo Bofill. Una inchiesta che nasce da un’indagine del 2008, quando De Luca era sindaco e con lui c’erano anche gli attuali consiglieri regionali Franco Picarone, Luca Cascone, Aniello Fiore e Vincenzo Maraio, Per tutti, assieme al rischio di una condanna, c’era anche la prospettiva di interrompere bruscamente l’esperienza in Regione Campania per effetto della Legge Severino.
Sono comparsi in aula per la prima volta il 23 dicembre 2014, un mese dopo il rinvio a giudizio. E da allora il dibattimento si è snodato sul filo di testimonianze di tecnici e perizie urbanistiche che dovevano sostenere o smontare le accuse di violazioni urbanistiche legate alla nascita di un progetto che ha cambiato per sempre l’assetto di un’area del lungomare di Salerno. Il processo ha rischiato anche di ripartire da zero per il trasferimento, in questi anni, dei giudici ad altri incarichi.
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