Quella che si è appena conclusa è stata una stagione d’oro per il tartufo bianco. Le piogge abbondanti degli ultimi mesi, che hanno investito le colline delle Langhe, Roero e Monferrato, hanno fatto segnare numeri da record per l’88esima edizione della Fiera Internazionale del tartufo bianco di Alba: dai 100 mila visitatori che hanno affollato i banchetti del mercato e le iniziative culturali ai 700 chilogrammi di Tuber magnatum Pico venduti durante gli otto weekend di ottobre e novembre.
Ogni singolo tartufo, pesato e venduto nei vari stand, è stato controllato da una apposita commissione di qualità, messa a disposizione dei clienti a garanzia degli acquisti fatti. Sul sito dell’iniziativa, inoltre, si parla di 600 mila arrivi sul territorio piemontese, da quattro anni riconosciuto come patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO, di cui il 62% proveniente dall’estero.
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Prezzi più “accessibili”
A beneficiare dell’annata positiva sono stati soprattutto i buongustai. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, i prezzi hanno subito un taglio che non si registrava da un decennio. Al ristorante Del Posto di New York, ad esempio, dieci grammi di tartufo bianco grattugiato sono passati dai 240 dollari del 2017 ai 190 dollari di oggi. E nonostante questo calo nei menù, anche i cacciatori di tartufo possono ritenersi soddisfatti data l’abbondanza del materiale raccolto: “Vogliamo che il tartufo sia disponibile per tutti e non solo per l’élite che può permetterselo ogni anno” dice Maurizio Grazioso, cacciatore cinquantenne, al giornale americano che ha raccolto anche la testimonianza di una rappresentante di una società d’investimento di Hong Kong che utilizza l’ingrediente pregiato durante i suoi eventi privati: “Stiamo pagando, in media, il 25% in meno rispetto a dodici mesi fa”.
Il prezzo attuale del tartufo bianco, le cui oscillazioni variano di settimana in settimana, si attesta attualmente tra i 2 mila e i 2.500 euro al chilo, circa la metà rispetto alla passata stagione. Molto meno costoso, e da non confondere con la qualità più pregiata, è invece il tartufo nero, molto più abbondante e disponibile in una vasta gamma di Paesi.
Perché i tartufi sono così rari e costosi
In un articolo dedicato, la CNBC ha provato a spiegare perché questi ingredienti vengono considerati come “diamanti della gastronomia”. Se da una parte i tartufi bianchi sono quasi impossibili da coltivare, ricreare le condizioni di crescita necessarie è infatti un’operazione costosa e potenzialmente infruttuosa, anche trovarli non è certamente una passeggiata. Urbani Truffle, azienda americana con sede a New York e distributrice fi tartufi in tutto il mondo, ha un esercito di oltre 18.000 persone, tra cacciatori e commerciali, per soddisfare una domanda sempre crescente. Un altro dato importante secondo Vittorio Giordani, vice presidente di Urbani, sta nel fatto che i tartufi perdono il 5% del loro peso ogni giorno per cui la lavorazione e la commercializzazione devono avvenire in tempi rapidissimi: “in meno di 36 ore, passano dal trovarsi sottoterra a un tavolo da ristorante”. Quest’anno, per fortuna, a prezzi più accessibili.
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