Cronaca

Per il Papa “sarà un altro dopoguerra”

“Qui si piange e si soffre. Tutti. Da questa situazione potremo uscire solo insieme, come umanità intera”. In un’intervista al quotidiano La Stampa, il Pontefice, Papa Bergoglio, dice che in questo periodo di emergenza bisogna “guardare l’altro con spirito di solidarietà” e che dopo questo tempo sospeso bisognerà ricostruire la realtà “un po’ come un dopoguerra” su quattro pilastri portanti: “Le radici”, che sono rappresentate innanzitutto dai nonni, dagli anziani, su “la memoria” di questi giorni così surreali, “la fratellanza” tra gli esseri umani e “la speranza, che mai delude”.

Quattro parole chiave per rialzarsi, “perché tante volte ci dimentichiamo che nella vita ci sono le ‘zone oscure’, i momenti bui.” Mentre siamo soliti pensare “che possano capitare solo a qualcun altro”. E invece? Invece “questo tempo è oscuro per tutti, nessuno escluso” ed è segnato “da dolore e ombre, che ci sono entrate in casa” tanto che si tratta di “una situazione diversa da quelle che abbiamo vissuto” perché “nessuno può permettersi di stare tranquillo, ognuno condivide questi giorni difficili”.

Poi Papa Francesco dice in questo frangente di non voler “distinguere tra credenti e non credenti. Siamo tutti umani”, afferma Bergoglio, “e come uomini siamo tutti sulla stessa barca” cosicché “nessuna cosa umana deve essere aliena per un cristiano: qui si piange perché si soffre. Tutti. Ci sono in comune l’umanità e la sofferenza”.

Quindi un invito conclusivo: “Dovremo guardare ancora di più alle radici: i nonni, gli anziani. Costruire una vera fratellanza tra noi. Fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti insieme. E andare avanti con speranza, che mai delude. Queste saranno le parole chiave per ricominciare: radici, memoria, fratellanza e speranza”.

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