PATRICK LEFEVRE / BELGA MAG / BELGA
parcheggio per disabili
“Grande dispiacere”. È lo stato d’animo espresso da Giovanni Manzoni, presidente della sezione bergamasca dell’associazione nazionale mutilati e invalidi civili, dopo il suicidio dell’agente della polizia locale che aveva parcheggiato la sua auto in un posto riservato ai disabili. Il 24 gennaio, Manzoni aveva pubblicato su Facebook alcune foto della vettura dei vigili di Palazzolo sull’Oglio (Brescia) in ‘flagranza’ di divieto, vicino all’università di Bergamo, raccogliendo l’indignazione di molti.
Pensa di avere delle responsabilità per la morte dell’agente?
Purtroppo, come mi aveva spiegato il suo comandante, aveva dei gravi problemi personali. La questione del parcheggio è stata la ‘goccia’, non ti vai a sparare per avere messo l’auto in un posto disabili, al massimo ti tirano dietro qualche insulto, ma basta. Avevamo accettato pubblicamente le sue scuse , per me era finita lì.
Avevate avuto modo di spiegarvi di persona?
No, ma lui mi aveva fatto pervenire le sue scuse tramite il comandante. Eravamo d’accordo di vederci in settimana per stringerci la mano e chiudere del tutto la questione. Dopo avere saputo dal suo comandante che viveva un momento di difficoltà, avevo invitato i giornalisti che mi chiamavano a lasciare perdere perché, dopo le scuse, non c’era più niente da aggiungere.
Domenica sera avevo detto al comandante che, questa settimana, sarei stato a Roma martedì e mercoledì e poi sarei stato disponibile per un incontro. L’agente aveva capito di avere sbagliato, forse anche per la segnaletica messa giù male, come aveva spiegato lui. Si era anche impegnato a donare cento euro alla nostra associazione. Era davvero una storia chiusa.
Come mai nessuno aveva rimosso l’auto in divieto?
Quella mattina eravamo intasati di segnalazioni su quel parcheggio per disabili che si trova di fronte all’università. Erano stati chiamati i vigili di Bergamo per rimuovere l’auto, ma non era venuto nessuno perché erano tutti occupati; se l’avessero rimossa, forse, non sarebbe successo tutto quello che è venuto dopo. In media riceviamo due-tre segnalazioni al giorno, ma tanti non chiamano nemmeno più perché ormai la gente lascia perdere visto che poi non si muove nessuno a fra rispettare il diritto al parcheggio perché dicono che non hanno pattuglie”.
Avete sentito i familiari del vigile?
La sua compagna ha chiamato in associazione, la sentiremo ed esprimeremo il nostro dispiacere.
Ora è lei sotto attacco, sul suo profilo Facebook alcuni l’accusano di avere provocato la morte dell’agente..
Non ho guardato Facebook. Continueremo a fare il nostro dovere di segnalare l’utilizzo improprio dei parcheggio, senza nulla togliere la dispiacere di avere segnalato un’auto a bordo della quale c’era un uomo che aveva dei gravi problemi. Ma questo noi non potevamo saperlo…
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