AGI – La Chiesa è aperta a tutti ma la ministerialità è un’altra cosa. Lo sottolinea Papa Francesco nella conferenza stampa di ritorno dal Portogallo, nella quale ha anche espresso la sua preoccupazione e il suo dolore per i migranti del Nord dell’Africa (il loro “sfruttamento è criminale”) e per le vittime di pedofilia (abusi che sono “una peste tremenda”).
E sulla sua salute tranquillizza: “Va bene e conduco una vita normale”. Le omelie tagliate? Nessun problema alla vista, “vado all’essenziale” perché le omelie “a volte sono una tortura”. E sulla preghiera silenziosa di Fatima: “Ho pregato per la pace ma non faccio pubblicità”. “La Chiesa è aperta per tutti, poi ci sono legislazioni che regolano la vita dentro la Chiesa”, “è una semplificazione dire ‘Non può fare dei sacramenti‘. Questo non vuol dire che la Chiesa sia chiusa”, ha risposto il Pontefice a chi gli domandava se ci fosse una incoerenza con la situazione di gay e donne che non possono accedere ai sacramenti.
“Ognuno incontra Dio per la propria via dentro la Chiesa e la Chiesa è madre e guida ognuno per la sua strada”. “C’è come uno sguardo che non capisce questa inserzione della Chiesa come madre e la pensa come una specie di ‘ditta’. Ma un’altra cosa “è la ministerialità nella Chiesa, che è il modo di portare avanti il gregge”. “A me non piace la riduzione, questo non è ecclesiale, questo è gnostico. È come un’eresia gnostica che oggi è un po’ alla moda. Un certo gnosticismo che riduce la realtà ecclesiale a idee e questo non aiuta”.
Parlando del suo prossimo viaggio a Marsiglia per l’incontro sul Mediterraneo, il Papa ha espresso la sua “preoccupazione” per la condizione dei migranti del Nord dell’Africa osservando come sia “criminale” il suo sfruttamento. “Qui in Europa no, perché va, siamo più colti, ma nei lager del Nord Africa…”. “Il Mediterraneo è un cimitero ma il cimitero più grande è il Nord dell’Africa”, ha aggiunto consigliando di leggere “Hermanito” (Fratellino) per capire “il dramma dei migranti prima di imbarcarsi”.
Un piccolo libro scritto da chi in prima persona ha patito le sofferenze dei lager (“condizioni terribili”) dopo essere stato catturato, torturato e schiavizzato nel suo viaggio di tre anni dalla Guinea alla Spagna. Poi il dolore per gli abusi sui minori che sono “una peste tremenda”. In Portogallo Nel febbraio di quest’anno è stato pubblicato un rapporto sulla realtà degli abusi nel Paese: quasi 5 mila bambini vittime negli ultimi decenni. Il processo nella Chiesa portoghese, “sta andando bene e con serenità” ma in generale “la situazione è molto grave”.
“Dallo scandalo di Boston la Chiesa – ha sottolineato – ha preso coscienza che non si poteva andare per cammini aleatori, ma che si doveva prendere il toro per le corna”, “nella Chiesa c’è una frase che stiamo usando continuamente: tolleranza zero, tolleranza zero. E i pastori che, in qualche modo, non si sono presi le loro responsabilità devono farsi carico di questa irresponsabilità”.
Sul suo silenzio a Fatima, Francesco ha affermato di aver pregato “la Madonna per la pace. Ho pregato per la pace ma senza pubblicità”. E sulla sua salute: “Va bene”, “conduco una vita normale”, devo “portare una fascia per due-tre mesi” per rinforzare “i muscoli”. Sulle omelie “tagliate” durante la Gmg e le voci di possibili problemi agli occhi, ha ribadito di non aver letto un discorso “perché c’era una luce davanti” e non riusciva a farlo. “Per questo ho tagliato”. E poi “le omelie a volte sono una tortura”, la Chiesa “deve ‘convertirsi’ su questo aspetto: omelia breve, chiara, con un messaggio chiaro e affettuoso”.
Con i giovani poi non vanno bene i discorsi lunghi ma occorre andare all'”essenziale del messaggio” perché “i giovani non hanno molto tempo di attenzione” Infine la sua gioia per la Gmg, la “più numerosa e quella organizzata meglio” tra le quattro compiute. “I giovani sono una sorpresa“, ha detto esprimendo però la sua preoccupazione per l’alto numero dei suicidi nelle nuove generazioni, vittime di disagio e depressione.
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