Cronaca

Nuova ondata di maltempo sull’Italia

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Questo autunno di piogge record non dà tregua: è in arrivo una nuova forte ondata di maltempo sulla Penisola, con forti piogge che colpiranno soprattutto il Nord: allerta rossa della Protezione Civile per la Liguria, allerta arancione in quasi tutta l’Italia settentrionale, con le precipitazioni che si spingeranno fino al Centrosud. Ed è allarme in Veneto per il rischio piena del Po, mentre Venezia torna a guardare con ansia i bollettini del Centro Maree, che annunciano per domani alle 8.15 un picco di 115 centimetri, seguito alle 20.50 da un altro picco di 110 centimetri. Maggiore preoccupazione invece per domenica quando alle 8.45 il livello della marea in Laguna potrebbe raggiungere i 140 centimetri.

Oggi, avvisa la Protezione Civile, sono previste precipitazioni intense e persistenti ancora sul Nord-Ovest e in estensione, dal pomeriggio, al Centro-Sud, con intensificazione dei venti dai quadranti meridionali. L’allerta meteo prevede dalle prime ore del mattino precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale, su Valle d’Aosta, Emilia-Romagna e Lombardia, in estensione dal pomeriggio a Veneto, Toscana e Lazio.

Dalla mattinata si prevede, inoltre, il persistere di precipitazioni diffuse e abbondanti, anche a carattere di rovescio o forte temporale, su Liguria e Piemonte. Le precipitazioni saranno accompagnate da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Si segnalano, infine, dalle prime ore di domani venti di burrasca dai quadranti meridionali, con rinforzi fino a burrasca forte, sulla Liguria, in estensione alle zone costiere di Toscana e Lazio, con possibili mareggiate lungo le coste esposte.

Sulla base dei fenomeni previsti e in atto è stata valutata per la giornata di domani allerta rossa sulla Liguria centrale e di ponente. Valutata, inoltre, allerta arancione su gran parte del Piemonte, dell’Emilia-Romagna, sull’area meridionale del Veneto e su parte della Liguria. Valutata, infine, allerta gialla su Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta, Lazio, Umbria, Sicilia, su parte di Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Calabria e sui restanti settori di Piemonte, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna. 

Le aree più a rischio

Mentre il Centro Funzionale decentrato della Protezione civile del Veneto segnala lo stato di pre-allarme (allerta arancione) nelle aree del Delta del Po, interessate dal passaggio dell’onda di piena del fiume. L’allerta, già interessa tutto il tratto veneto del Po: il transito dell’onda di piena determinerà l’allagamento delle aree golenali non difese da argini, con interessamento delle attività, degli insediamenti, delle infrastrutture presenti.

Per le aree alpine e prealpine (Alto Piave, Piave pedemontano, Alto Brenta, Monti Lessini e bacino del Garda) è stato di attenzione (allerta gialla) per possibili criticità nella rete idraulica minore e ai sistemi fognari e, in conseguenza delle precipitazioni abbondanti dei giorni scorsi, per la possibilità d’innesco di fenomeni franosi sui versanti.

Permane, inoltre, la situazione di criticità locale legata alla frana della Busa del Cristo in Comune di Perarolo di Cadore (Belluno). “Pericolo valanghe marcato” sulle Alpi del Friuli Venezia Giulia, con il manto nevoso che va lentamente consolidandosi in particolare sotto i 1800 metri.

Puglia e Veneto chiedono lo stato di emergenza

Intanto continua la conta dei danni dopo l’ondata di maltempo di pochi giorni fa: la Regione Puglia ha chiesto alla Presidenza del Consiglio la dichiarazione dello stato di emergenza per l’intero territorio regionale, con intervento di finanziamenti straordinari per fronteggiare i danni provocati dai fenomeni meteorologici del 12 novembre e in quelli immediatamente seguenti. Stessa richiesta anche dalla Regione Veneto (eccetto la città di Venezia per la quale l’emergenza è già stata dichiarata), con una lettera del governatore Luca Zaia al presidente del Consiglio Giuseppe Conte con un primissimo quadro dei danni subiti da molti territori veneti: si va dalle coste, alla montagna, alle strade, ai bacini di tutti i principali fiumi, agli allevamenti di molluschi del Polesine, con una iniziale e parziale quantificazione dei danni già arrivata a 150 milioni di euro, destinata ad aumentare significativamente.

Lo stesso premier ha sottolineato che “giovedì bbiamo avuto il secondo Consiglio dei ministri che ha adottato delibere sullo stato di emergenza a seguito del maltempo, per dare risposte ai cittadini. Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo”.

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