L’app per il tracciamento dei contagi non può essere obbligatoria. Lo stabiliscono le regole dell’Unione europea, e lo confermano all’AGI fonti della maggioranza, le quali confermano che rendere obbligatoria l’app non è mai stato né un criterio valutato, né un’ipotesi sul tavolo del ministero dell’Innovazione.
Sebbene si sia calcolato che per fare in modo che sia efficace debbano scaricarla almeno il 60% degli italiani (il 70% secondo altre stime), gli standard generali decisi dalla Commissione europea parlano chiaro: lo scorso 16 aprile Bruxelles ha pubblicato una ‘tool box’, una ‘scatola degli attrezzi’ già approvata dagli Stati membri che ha definito le condizioni per lo sviluppo e l’uso delle applicazioni di contact tracing nei vari paesi del Vecchio Continente.
Qualsiasi app deve essere installata solo su base volontaria e dovrà essere disinstallata e disattivata quando non sarà più necessario usarla. La ‘tool box’ inoltre prevede l’uso della tecnologia bluetooth per evitare la geolocalizzazione delle persone, e l’app deve essere anche conforme alle regole Ue sulla protezione dei dati e la privacy, in particolare le raccomandazioni del garante europeo.
Il ministero dell’Innovazione ha scelto Immuni come app di tracciamento dei contagi. Si tratta di una soluzione pensata dalla società italiana di sviluppo di applicazioni Bending Spoons e dal Centro diagnostico medico Santagostino. In queste ore il dibattito politico italiano si è concentrato anche sull’ipotesi che il governo stia pensando di rendere l’app obbligatoria per la “Fase 2”.
Ipotesi smentita all’AGI da Luca Carabetta, deputato del M5s e responsabile Innovazione del Movimento: “La volontarietà di utilizzo per l’app di Contact tracing Immuni rimane e non è in discussione”, ha detto Carabetta: “So per certo che la volontarietà dell’utilizzo è stata alla base del lavoro fatto dal ministro dell’Innovazione Paola Pisano, quindi escluderei che possa esserci altre indicazioni a riguardo”.
Ciò non toglie che singoli ministeri possano decidere di rendere obbligatorio l’uso dell’app per chi, per esempio, vorrà andare in un museo, o seguire una partita allo stadio o un concerto. Ma su questo al momento circolano solo rumors, nessuna conferma.
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