Una donna positiva al Covid-19 durante la gravidanza, può trasmettere il virus al feto o al neonato e quest’ultimo si può considerare comunque soggetto a rischio? Quali sono le raccomandazioni per la cura del neonato dimesso da mamma Covid-19+? Quali precauzioni per l’allattamento? Quali per il pediatra di famiglia che deve incontrare il bambino e i genitori per i bilanci di salute? Queste alcune delle domande alle quali i pediatri di famiglia, rispondono oggi con un vademecum sulla gestione del neonato e del lattante nati da madre positiva al virus.
“L’epidemia – afferma Paolo Biasci, Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri – sta determinando profondi cambiamenti nell’erogazione dei servizi sanitari, sia a livello ospedaliero che territoriale, con inevitabili conseguenze di sanità pubblica. Anche il lavoro quotidiano dei pediatri di famiglia, negli attuali contesti e modalità di approccio al paziente, deve dare risposta a nuove problematiche di salute che si presentano nella pratica quotidiana. Uno degli aspetti di maggior rilevanza pratica e operativa riguarda proprio la presa in carico e la gestione del neonato e del piccolo lattante (0-3 mesi) nato da madre COVID-19+. Quello che proponiamo oggi è un documento prezioso per l’intera comunità scientifica. Attenendoci a queste raccomandazioni possiamo evitare il contagio dei bambini più piccoli e dei pediatri che devono prendersene cura. Si tratta di uno strumento per ridurre rischi di complicanze e contenere il diffondersi dell’epidemia”.
“Il testo, redatto dalla Segreteria Scientifica della Federazione Italiana Medici Pediatri, propone, a partire da una revisione delle evidenze scientifiche ad oggi disponibili e dalle raccomandazioni di organi istituzionali, alcune indicazioni di pratica professionale per il pediatra di famiglia – dichiara Mattia Doria, Segretario nazionale alle Attività Scientifiche ed Etiche della FIMP -. Fino ad oggi per questo virus non è stata documentata una trasmissione verticale: nessun neonato da madre Covid-19+ è risultato positivo al virus. Sulla base di tale evidenza il documento che abbiamo prodotto, pertanto, fa riferimento solo al neonato negativo e asintomatico per Covid-19”. “Non ci sono prove di una trasmissione intrauterina o transplacentare del virus da donne infettate ai loro feti – prosegue Doria – e il livello di rischio per i neonati di madri positive durante la gravidanza al momento non è documentato. Non è controindicato che i bambini sani, che non richiedano cure neonatali, siano tenuti insieme alle loro madri nell’immediato periodo post-partum. Qualora la madre sia sintomatica e con un quadro clinico compromesso, madre e bambino devono essere temporaneamente separati. Va evidenziato, inoltre, che il virus non è stato trovato in campioni di latte materno. Considerandone i benefici e il ruolo residuale nella trasmissione di altri virus respiratori, continuiamo a raccomandarlo. La madre Covid-19+ deve però prendere tutte le precauzioni possibili per evitare di diffondere il virus al suo bambino mentre lo allatta. Quindi indossare una mascherina, eseguire l’igiene delle mani prima e dopo aver avuto uno stretto contatto con il bambino, seguire le altre misure igieniche generali raccomandate”.
“Alla dimissione dall’Ospedale – continua Biasci – tutti i bambini e le bambine nati da madri Covid-19+ devono essere presi in carico tempestivamente dal Pediatra di famiglia che assicura un follow up e una sorveglianza telefonica delle condizioni del bambino, della situazione di accudimento familiare e dell’allattamento”. “Vi sono inoltre delle precauzioni da adottare nel visitare un neonato dimesso da madre Covid-19+ – segnala Biasci -. Il neonato deve essere accompagnato nello studio del pediatra da una sola persona che sia in condizioni di buona salute e con l’adozione delle misure igieniche adeguate (mascherina chirurgica, pulizia delle mani con gel idroalcolico). Il tempo di permanenza del bambino e della persona che lo accompagna deve essere ridotto al minimo necessario e il pediatra deve utilizzare misure igieniche adeguate e dispositivi di protezione individuale”.
“Il pediatra di famiglia – conclude il presidente FIMP – può valutare e monitorare la crescita di un neonato in questo periodo di epidemia da Covid-19 attraverso la consulenza telefonica o altri mezzi di comunicazione a distanza, per tutte le condizioni che non richiedono una valutazione fisica obiettiva con il bambino. Come FIMP stiamo inoltre stilando linee guida di indirizzo nazionali proprio sulla Telemedicina nel contesto assistenziale della pediatria di famiglia italiana, che possano servire in questo momento, ma anche in prospettiva, in un’ottica di integrazione alla pratica clinico-assistenziale nella Pediatria di Famiglia”.
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