“Le teorie sulla terra piatta mi hanno sempre affascinato. Mi piace andare contro corrente, contro tesi preconfezionate che il sistema ci propina”. Al collo porta un ciondolo di cuoio realizzato con le sue mani e che raffigura la terra come piatta: lei è Eliana Urbano Raimondi, una ragazza di 24 anni laureata in didattica dell’arte e curatrice di mostre che ha scelto di trascorrere la domenica al convegno dei terrapiattisti che si svolge stamane a Palermo.
Tra le tesi propugnate dai relatori, Agostino Favari, Albino Galuppini, Calogero Greco, anche l’esistenza di giganti, ipotesi che stuzzica la curiosità di Eliana: “La fattura di alcuni monumenti, come le piramidi egizie, fanno riflettere – suggerisce – secondo alcuni potrebbero essere opera di ciclopi o di tecnologie a noi non pervenute”.
In sala, quasi al completo ma con una nutrita presenza di giornalisti e fotografi, oltre ai simpatizzanti si contano numerosi scettici. Come Marco Guzzio, 38 anni, laureando in Storia e filosofia, che ha scelto di partecipare con un puro intento documentaristico: “Ne sentivo vociferare da anni, come una realtà lontana e diafana – spiega – ma una volta che si ha la possibilità, credo sia un dovere dare un volto a queste parole”.
E c’è perfino chi si è presentato di buon mattino solo per svagarsi “come fosse uno spettacolo, anzi, più di un cabaret – rivelano Vincenzo Tura e Francesco Sinacori – Facciamo parte di un gruppo di fantacalcio e volevamo portare una decina di persone. Alla fine con una spesa di appena 20 euro (il costo di iscrizione al convegno previsto dalle 9 alle 19) è un’occasione in cui sai che riderai tutto il tempo”.
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