Cultura

Le sculture di Louise Bourgeois in dialogo con i marmi romani e barocchi alla Galleria Borghese 

Louise Bourgeois. L'inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese
© The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society – Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese
Louise Bourgeois. L'inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese
© The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society – Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese

Le opere dell’artista novecentesca compensano quello che alla Galleria Borghese è “il secolo mancante”: è per questo, ha spiegato Leardi, che “da tanti anni ospitiamo gli scultori del ‘900. Prima Giacometti, poi Picasso e lo stilista tunisino Azzedine Alaia.” Bourgeois “è la prima donna scultrice contemporanea a mettere piede in questo luogo, che vive potentemente di scultura. Anche se lei prediligeva il marmo rosa portoghese, c’è una relazione diretta con i materiali di Bernini e dei marmi antichi”. Di suggerimenti di relazioni fra le opere è ricco l’allestimento pensato dai curatori, ma ogni visitatore ha la possibilità di interpretarle in modo soggettivo. La Paolina Borghese di Canova è come sempre osservata con la condiscendenza che le spetta per i 15 secoli di storia che le separano da Leda, del famosissimo gruppo scultoreo romano che la ritrae con il suo cigno.

Louise Bourgeois. L'inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese
© The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society – Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese

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