Cronaca

Le grida e poi le coltellate: fermato l’ex compagno dell’infermiera uccisa a Roma

AGI – Omicidio aggravato dalla premeditazione. È questa l’accusa nei confronti del 45enne marocchino arrestato in relazione alla morte di Rossella Nappini, la 52enne infermiera uccisa ieri alle 17 nell’androne di un palazzo in zona Trionfale, a Roma.

Secondo quanto si apprende, l’uomo si sarebbe presentato in via Giuseppe Allievo armato di coltello e già con l’idea di colpire la donna. Per questo i pm della Capitale hanno deciso di contestare l’aggravante. I

l 45enne e l’infermiera avevano avuto una relazione di tipo sentimentale, che poi la donna aveva interrotto. Questo avrebbe fatto scattare l’ira dell’uomo che non si era mai arreso all’idea di essere stato lasciato. Il 45enne è stato fermato dai poliziotti della Squadra Mobile nella tarda serata di ieri al termine di oltre 10 ore di lavoro sul campo.

Da autopsia risposta sul numero di coltellate

Sarà disposta l’autopsia sul corpo di Rossella. L’esame risponderà alla domanda su quante coltellate siano state inferte sul corpo della donna.

Ho sentito le urla, una chiamata di aiuto e poi più nulla. La conoscevo: era una donna molto riservata e che metteva al primo posto il lavoro. Per lei era una missione”. Lo dice all’AGI una donna di circa 40 anni vicina di casa della vittima. “Non ho idea di chi sia stato”, aggiunge un signore sulla sessantina che cammina a poca distanza da lei. “Viveva sola, ma credo si sia separata dal marito qualche anno fa”, dice ancora l’uomo. 

Intanto si è appreso che Rossella Nappini, in occasione del suo compleanno, aveva creato su Facebook, una raccolta fondi per  “Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna.

La sorella della vittima: “Non sono riuscita a salvarti”

“Purtroppo questa volta non sono riuscita a salvarti, ma una cosa è certa, starai vicino a papà come volevi. Rip sorella mia”. Lo scrive sul suo profilo Facebook Monica Nappini, sorella di Rossella, la 52enne uccisa a coltellate ieri a Trionfale, a Roma.

Differenza Donna: “Nostro diritto essere libere”

“Un altro femminicidio a Roma. Una donna che da anni aveva deciso di liberarsi e lo sappiamo per certo. Quel suo desiderio di raccogliere fondi per il Centro antiviolenza lo esprime senza se e senza ma per noi tutte di Differenza Donna. A breve sapremo meglio e la ricostruzione ci darà ragione. Ma la ragione che vogliamo riconosciuta è quanto sia urgente la consapevolezza di tutte e tutti sulla lettura del dato di realtà: le donne che vogliono liberarsi dalla violenza non incontrano la realizzazione del loro sacrosanto diritto di dire basta alle relazioni violente. Per di più, quando sono determinate a farlo, sono a rischio della vita”.

“Questa è un’urgenza di democrazia, di diritti umani, di giustizia non solo giudiziaria ma sociale e politica.” dichiara Elisa Ercoli, presidente della Associazione che gestisce anche il 1522. “Vogliamo e pretendiamo che questa urgenza sia priorità delle agende politiche per un cambio di passo che stravolga lo status quo che normalizza e banalizza la gravità della violenza. Abbiamo bisogno di una rivoluzione che ci attraversi nel profondo, che sveli il patriarcato insito nella popolazione e nelle donne e uomini delle Istituzioni ognuno per il proprio ruolo. Vogliamo che per realizzare tutto ciò ci siano fondi straordinari come straordinaria è la rivoluzione da compiere”. 

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