ARMEND NIMANI / AFP
Carabinieri
La pistola e le manette, ma anche il ‘tonfa’, ovvero il classico manganello, e poi il giubbotto antiproiettile e una mitraglietta, cioè la Beretta Pm12. È questo l’equipaggiamento tradizionale che un carabiniere, quando è in divisa, deve necessariamente avere con sé. Diverso l’equipaggiamento di chi fa il servizio in borghese: in questo caso, i militari portano con sè solamente la pistola di ordinanza e le manette.
Chi dimentica l’arma durante un intervento rischia un procedimento disciplinare. Ci sono poi le regole di ingaggio con l’arma in pugno. È previsto che le forze dell’ordine agiscano armi in pugno quando hanno a che fare con operazioni programmate: per esempio nell’antiterrorismo, nell’irruzione in covi, nella liberazione di ostaggi, nella cattura di latitanti o ricercati già sotto osservazione e che si pensa abbiano la disponibilità immediata di armi. In quel caso gli operatori agiscono avendo già a portata di mano pistola o mitraglietta M12 o altre armi in dotazione ai reparti speciali, tanto dell’Arma dei carabinieri quanto della Polizia di Stato o della Guardia di finanza.
Anche in occasione di posti di blocco e controllo del territorio è previsto che uno degli operatori sia a distanza di sicurezza e tenendo pronto l’M12, mentre il collega avvicina il conducente di un veicolo o la persona fermata per effettuare quindi il controllo dei documenti.
C’è tutto un addestramento perché queste operazioni di routine vengano fatte in condizioni di sicurezza: chi si avvicina al soggetto da sottoporre a controllo non deve mai essere nella linea di eventuale tiro del suo collega, il quale a sua volta deve tenerlo sempre ben in vista prevenendo – il più possibile – una sua eventuale reazione armata.
Nella vicenda conclusasi con la morte di Cerciello Rega, quella dei carabinieri era un’operazione di servizio in borghese, perché non si voleva destare sospetto nelle persone ritenute responsabili del furto del borsello e della successiva estorsione di denaro per poterlo restituire. Nelle immediate vicinanze, in via Pietro Cossa, non doveva esserci alcun militare in divisa o auto di servizio con la livrea dell’Arma perché questo avrebbe insospettito le persone da cogliere in flagranza di reato.
Ovviamente in caso di necessità, un rinforzo sarebbe arrivato nel giro di un minuto scarso. I fatti hanno dimostrato che Cerciello Rega e Varriale si accingevano a svolgere un intervento ad alto rischio come poi è effettivamente accaduto: si sono avvicinati ai due americani, qualificandosi solo come carabinieri e senza esibire armi. Non hanno messo in conto la reazione di uno dei due californiani, presentatosi all’appuntamento armato di coltello e già pronto (psicologicamente) a farne un uso per timore, a sua volta, di essere aggredito.
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