Jaap Arriens / NurPhoto
Caccia alle fake news su Facebook
Più di cento tra pagine e gruppi, oltre 18 milioni di follower, decine di milioni di interazioni, cioè di click ai link, condivisioni o like. Sono i numeri da capogiro che danno l’idea dell’universo delle fonti che su Facebook diffondono presunte notizie false.
Alcune di loro, 23 in totale, sono state recentemente rimosse, cioè non esistono più su Facebook: una dozzina erano “a sostegno di Lega e Movimento 5 Stelle”, la denuncia di Avaaz, l’organizzazione civica che ha studiato il fenomeno e denunciato il tutto a Facebook lo scorso 3 maggio. Online, però, ne rimangono ancora più di 80 pagine che, secondo Avaaz, pubblicano fake news.
Sommario
Le pagine ancora attive
“Avaaz ha identificato altre 80 pagine e gruppi che sono ancora online e chiede che Facebook verifichi con urgenza, e agisca in linea con le sue stesse regole per ridurre la portata della disinformazione di tali gruppi e pagine”, si legge nel comunicato stampa della ong.
The Post Internazionale ha pubblicato una lista con 87 riferimenti a realtà che continuano a vivere e a postare contenuti online, sostenendo che sia quello segnalato da Avaaz e Facebook: tra queste, la più popolare si chiama “E sti cazzi“, ha circa 1 milione e mezzo di like, e rimanda facilmente a un’altra pagina dedicata a Matteo Salvini intitolata “Non c’è problema, ce pensa Salvini”. Tra le due il legame è chiaro: scorrendo la bacheca di E sti cazzi si trova l’elenco delle “pagine che piacciono a questa pagina” e l’unica a comparire è proprio quella che celebra il ministro dell’Interno
Tra le pagine segnalate da Tpi ce ne sono 7 che hanno oltre un milione di seguaci e molte altre con centinaia di migliaia di like. Spulciando tra alcune di queste, anche se apparentemente molto diverse come argomenti trattati, capita di imbattersi negli stessi amministratori: c’è per esempio la stessa persona dietro a una pagina che si definisce di “informazione alternativa” e che pone come proprio obiettivo la “costante ricerca della verità” e un’altra che invece racconta “trucchi e segreti della medicina popolare”. Sul proprio profilo Facebook personale, l’amministratore spiega di votare Movimento 5 Stelle.
Il sedicente attivista M5S già nel mirino del Pd
Pagine diverse, stessi contenuti: sembra questo il leit motiv delle pagine presunte coinvolte nella diffusione di notizie false in Italia. Non di rado i link postati da pagine diverse sono uguali: è il caso della già citata “E sti cazzi” e di “La Repubblica del cazzeggio”, abituate a postare gli stessi contenuti a distanza di pochi minuti l’una dall’altra.
A ritornare più volte, poi, è la figura Daniele Ferrari. Sedicente attivista del Movimento 5 Stelle, il suo profilo personale conta oltre 75 mila follower. Ma soprattutto è amministratore di 27 pagine, di cui molte fanno parte della lista diffusa da Tpi. I nomi? Da Virus5Stelle a Conte il premier populista, da Governo giallo-verde al servizio del paese a Il PD, altra pagina filogrillina e dove vengono pubblicati anche contenuti contro la Lega di Matteo Salvini.
La figura di Daniele Ferrari era già stata discussa in passato, soprattutto dopo la pubblicazione di Democratica, la rivista del Partito Democratico, del 12 dicembre 2017. In quel numero i dem denunciavano “un circuito o un meccanismo definito di diffusione immediata e sincronizzata dei contenuti” e sostenevano che “nessun attivista può sostenere questi ritmi”, accusando queste pagine di essere propaganda frutto del lavoro di “un professionista”. Propaganda Cinque Stelle, secondo il Pd. Un’eventualità ancora oggi però non accertata: un eventuale ruolo ricoperto dal Movimento, in questo senso, è tutto da verificare.
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