La direzione di Tronco di Genova di Autostrade per l’Italia comunica che a partire dalle ore 21:30 di oggi, lunedì 25 novembre, sarà chiusa al traffico in entrambe le direzioni la tratta dell’autostrada A26 compresa tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone. Tale misura, riferisce una nota, viene assunta per consentire l’esecuzione di verifiche tecniche sui viadotti Fado Nord e Pecetti Sud, presenti in tale tratta. La Direzione di Tronco condividerà i risultati di tali verifiche con gli enti competenti.
La A26 si dirama verso nord da Genova attraversando il Piemonte e si conclude a Gravellona Toce, non lontano dal confine con la Svizzera. Il ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, ha convocato domani mattina il concessionario Aspi al fine di stabilire gli interventi urgenti per garantire la sicurezza e ripristinare la viabilità”.
In conseguenza di tale chiusura si consigliano i seguenti itinerari alternativi:
- Veicoli leggeri e autocarri fino a 7,5 ton (esclusi autobus) Per la A26 dalla A10 uscire a Prà e proseguire fino a Masone tramite la SP 456 del Turchino. Per la A10 dalla A26 effettuare il percorso inverso.
- Veicoli pesanti superiori a 7,5 ton e autobus Per la A26 dalla A10 utilizzare la A7. Per la A10 dalla A26 obbligo di deviazione sulla Diramazione Predosa Bettole, dalla quale, con fermo temporaneo e progressivo deflusso, sarà possibile procedere verso Genova lungo la A7. Potranno proseguire fino a Masone i soli mezzi pesanti con destinazione di scarico o carico nella zona collegata a tale svincolo.
- Itinerari di lunga percorrenza Per i collegamenti tra la A4, A26 e A21 verso la Toscana, utilizzare la A21 fino all’allacciamento con la A1 e da questa raggiungere Firenze o riprendere l’autostrada tirrenica tramite la A15.
La chiusura della tratta di A26 annunciata questa sera da Aspi sarebbe stata caldamente consigliata dalla Procura di Genova, “a fronte di gravi ammaloramenti riscontrati” segnalati. La Procura ora attende le verifiche di sicurezza condotte dalla società concessionaria secondo le norme di legge, si apprende da fonti giudiziarie.
Toti: “Genova totalmente isolata”
“Per la sicurezza dei cittadini, auspichiamo che si facciano tutte le indagini del caso. Si resta stupefatti che si arrivi ad un anno e 4 mesi dal crollo di Ponte Morandi a provvedimenti così drastici, senza che prima nessuno abbia pensato di intervenire”. Lo ha detto il governatore ligure Giovanni Toti, prima di entrare in riunione in Prefettura a Genova, dove è stato convocato col sindaco Bucci.
“Mi chiedo che fine abbiano fatto gli ispettori del ministero, i periti, contro periti, tutti coloro che per un anno e 4 mesi hanno analizzato tutto questo. Adesso occorre lavorare subito e attendo di sapere cosa farà il governo – ha detto Toti – perché si tratta di garantire la sicurezza dei cittadini e, insieme, l’economia non solo di Genova e della Liguria, ma del Nordovest d’Italia che dipende dai nostri porti, francamente oggi non raggiungibili e anche la viabilità di una regione dove – dice il governatore – si pagano le tasse e dove vi è oggi un diritto costituzionale non garantito, che è quello della mobilità”.
“Oggi Genova è totalmente isolata: è tornata ad essere probabilmente quella che era negli anni ’30. La A7 ha numerosi cantieri, la A26 è chiusa, la A6 conoscete il suo destino da ieri”, ha aggiunto il governatore ligure, “ho avuto la comunicazione dall’ad di Aspi Tomasi – ha detto Toti – ho informato il premier Conte e il ministro De Micheli: aspetto di conoscere che cosa intenderà fare d’urgenza il governo”.
“Io ripeto: a un anno e 4 dal Morandi in questa città si è fatto tantissimo e si continuerà a fare tantissimo – ha sottolineato il presidente della Liguria – mi chiedo, oltre le chiacchiere e le bagarre sulle concessioni, che cosa realmente e’ stato fatto per garantire ai cittadini di Genova e della Liguria di essere cittadini di serie A e non di serie C. E mi chiedo cosa in un Paese con un’economia tanto fragile, cosa comporterà da domani tutto questo per il primo sistema portuale del Mediterraneo su cui gravano le imprese e tutto l’export di Lombardia e Piemonte”.
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