Marco Bertorello / Agf
Un’imbarcazione spostata dall’acqua alta
Una marea eccezionale ha fatto irruzione nella laguna e ha sommerso fino al collo Venezia sotto un’acqua alta che non raggiungeva questi livelli dal 1966: un picco di 1,87 metri. Una marea imprevedibile, dice il Cnr.
Nel buio della notte si contano i danni, mentre l’alluvione ha fatto la sua prima vittima: un uomo di 68 anni che è morto folgorato da una scarica elettrica per un corto circuito causato dall’acqua che aveva invaso la sua casa di Pellestrina, la striscia di terra che delimita la laguna, nei pressi di Chioggia: stava manovrando una elettropompa per risucchiare l’acqua che aveva invaso la sua abitazione. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte degli operatori sanitari del Suem, giunti subito sul posto.
Nulla lasciava presagire uno scenario come quello che si è verificato, dice Rosalia Santoleri, direttrice dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar). “Nella mattinata (di martedì 12 novembre, ndr) non si immaginava fosse di queste proporzioni. Raffiche di vento a più di 100 km/ora hanno contribuito a questo fenomeno assolutamente imprevedibile che ha colpito la città”.
Con i cambiamenti climatici in atto, “l’innalzamento del livello marino, e l’aumento della frequenza delle tempeste in mare, questi fenomeni estremi saranno sempre più numerosi” ha aggiunto Santoleri “il CNR con il suo istituto Ismar, nato nel 1969 proprio come reazione all’acqua alta del 1966, insieme al Centro Previsioni e Segnalazioni Maree del Comune di Venezia e ad altre istituzioni come Ispra e Arpa dell’Emilia Romagna, stanno facendo un grande lavoro per il miglioramento della previsione delle acque alte che dà un contributo alla protezione della popolazione e alla salvaguardia della ricchezza artistica di Venezia”.
Una nuova ondata di acqua alta da record potrebbe arrivare a Venezia domenica prossima, 17 novembre. Lo sottolinea all’Agi Georg Umgiesser, ricercatore dell’Istituto del Cnr-Ismar. “Non dico che potrebbe accadere la stessa cosa, ma andiamo verso questo tipo di situazioni”, ha ipotizzato Umgessier, che pero ha ribadito l’incertezza fisiologica di questo tipo di previsioni, e i problemi legati a una corretta comunicazione: “Proprio la settimana scorsa abbiamo avuto un convegno con la Protezione civile sul tema della comunicazione dell’incertezza, che diventa una cosa sempre più importante perché noi ora abbiamo una previsione di marea di 160 centimetri, ma questo valore ha una incertezza più o meno di 20 centimetri. Questo significa che può essere sia 160 che 140, ma anche 180 centimetri. Noi dobbiamo dare questo valore in termini percentuali ovvero che esiste il 50 per cento delle probabilità che la marea sia di 160 centimetri, ma puo’ anche avere valori diversi. Se introducessimo questo meccanismo riusciremmo meglio a farci capire”.
Per questa mattina alle 10.20 era previsto un nuovo picco di 145 centimetri. Poi, la marea ha raggiunto ‘solo’ i 138 centimetri.
La Basilica di San Marco è stata inondata due volte nelle scorse 24 ore: un metro d’acqua, la cripta sotto il presbiterio completamente allagata.
#AcquaAlta | Una marea eccezionale sta interessando #Venezia: 187 centimetri
⚠ Dopo i 194 centimetri del 1966 è il secondo livello nella storia
➡ Si raccomanda la massima cautela@veneziaunica @LuigiBrugnaro @CMVenezia @giornaleprociv pic.twitter.com/bKtpKyPWMH
— Comune di Venezia (@comunevenezia) November 12, 2019
“Le linee telefoniche del Centro Maree ancora isolate. Aiutateci a diffondere le previsioni” scrive su Twitter il Centro previsioni e segnalazioni maree della città di Venezia. In un altro tweet, il Centro aveva allertato: “Attenzione, sirene di Teatro La Fenice e scuola Palladio alla Giudecca fuori servizio”.
Sommario
“Acqua granda”
‘Acqua granda‘, dicono i veneziani quando il fenomeno è imponente. Ma questa volta forse non bastano queste parole, il sindaco Luigi Brugnaro parla di disastro e annuncia che domani chiederà la dichiarazione dello stato di calamità naturale. Già disposta la chiusura di tutte le scuole, e anche l’università Ca’ Foscari ha deciso di sospendere le sue attività. Tutti i servizi di navigazione di Avm sono stati sospesi. Sono state attivate le sale operative della Regione e della Prefettura per coordinare la “mobilitazione generale” proclamata dal sindaco nella lunga notte inghiottita dalla marea. Diverse persone sono state soccorse in laguna dalla Guardia costiera.
+++ #Venezia #AcquaAlta #AcquaGranda stanotte, mostruoso / video girato in centro storico da un caro amico – Forza, tieni duro, sta scendendo. Ma quanti danni? @Emergenza24 +++ pic.twitter.com/8LMqN0G0VN
— Alberto Bollis (@abollis) November 13, 2019
Le numerose telefonate alla centrale operativa della Capitaneria sono iniziate mentre il livello dell’acqua raggiungeva il livello critico di 187 centimetri, e i venti di scirocco soffiavano fino a 100 km/h. Sono stati attivati i protocolli straordinari di intervento da parte della Guardia Costiera di Venezia che ha subito dispiegato due motovedette, CP 2095 e CP 833 che hanno provveduto a trasportare al Pronto Soccorso i diversi infortunati recuperati.
Si contano i danni
Sono stati inoltre impiegati due motoscafi per fornire rapida assistenza nei punti critici segnalati e due gommoni in dotazione alla nave Dattilo della Guardia Costiera, giunta a Venezia martedì. Tre vaporetti sono affondati a Riva degli Schiavoni.
Decine di imbarcazioni hanno rotto gli ormeggi a causa dell’acqua alta a Venezia e sono andate alla deriva in laguna. I natanti senza controllo costituiscono un pericolo, ma al momento non è possibile recuperarli. Si tratta di motoscafi-taxi, ma anche di vaporetti pubblici e di barche private.
Anche molte gondole sono state sballottate dall’alta marea e trascinate nei canali. La Guardia costiera ha emanato un “avviso di pericolosità” per la presenza di ostacoli semisommersi pericolosi per la sicurezza della navigazione. Particolarmente complesse le operazioni di coordinamento dei numerosi interventi.
Come è stata gestita l’emergenza
La Capitaneria ha richiesto la cooperazione di ormeggiatori e rimorchiatori portuali per la messa in sicurezza di unità e pontoni che avevano rotto gli ormeggi. Il personale della Guardia Costiera ha proseguito per tutta la notte i servizi di assistenza e pattugliamento per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone.
In varie zone della città si sono verificati black-out, specialmente al Lido e in Campo Santa Margherita. L’acqua ha invaso tutto, case e alberghi, senza risparmiare l’hotel dei vip, il Gritti. Il forte vento di scirocco ha abbattuto diversi alberi tra Favaro Mestre e Marghera. Poi l’acqua ha cominciato a defluire, con rapidità.
Alle tre di notte il livello a Punta delle Dogane, sul Canal Grande, era calato a 70 centimetri. Solo tre ore prima, nello stesso punto, l’Ispra aveva rilevato un livello di 1,66 metri. E tra le onde della marea che si ritira, riaffiora la vecchia polemica sul Mose, il sistema di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dal mare: il sindaco Brugnaro sollecita il governo ad accelerare.
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