Cronaca

L’acqua alta ha inondato la basilica di San Marco

acqua alta Venezia Basilica San Marco

Miguel MEDINA / AFP 

San Marco

Anche la Basilica di San Marco di Venezia, come la totalità della piazza antistante, è stava invasa dall’acqua alta di martedì. La marea a 127 centimetri ha invaso la parte iniziale della nota basilica con 70 centimetri di acqua, andando a intaccare le colonne dell’edificio e i marmi recentemente sostituiti e danneggiati dalla marea record del 2018. Molta l’apprensione per il picco di marea previsto per questa notte quando il livello dell’acqua secondo le stime dovrebbe raggiungere i 140 centimetri di altezza.

Sei inondazioni in 1.200 anni

L’allagamento della basilica è un evento raro, a dispetto invece della frequenza, peraltro in aumento, del fenomeno dell’acqua alta. Stando alla stessa procuratoria di San Marco, si contano solo cinque precedenti in tutta la sua storia, iniziata nel IX secolo con il doge Giustiniano Partecipazio che la eresse per custodire le spoglie di San Marco evangelista.

Sei volte dunque in 1.200 anni, ma il dato allarmante è che di queste, tre si sono verificate negli ultimi 20 anni, l’ultima il 30 ottobre 2018, quando l’acqua invase alcune decine di metri quadri del millenario pavimento a mosaico marmoreo, di fronte all’altare della Madonna Nicopeia, e soprattutto inondò completamente il Battistero e la Cappella Zen arrivando ben 90 cm sopra il pavimento mosaicato del Nartece e bagnando i monumentali portoni in bronzo bizantini, le colonne, i marmi.

acqua alta Venezia Basilica San Marco

Marco Sabadin / AFP 

Acqua alta

“Preoccupa la durata dell’evento”

“Non credo che oggi riusciremo a superare i 145 cm di marea, ma il dato più preoccupante è che avremo comunque un livello di marea altissimo anche nei prossimi giorni e fino al 16 novembre saremo intorno ai 125 cm di altezza”,  ha spiegato all’AGI, Georg Umgiesser dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) che segue l’andamento della marea nella laguna di Venezia. “Le maree – spiega – dipendono da una molteplicità di fattori che insieme contribuiscono ad amplificare i fenomeni.

In questo caso ci troviamo in una condizione molto particolare con delle forti depressioni sul mar Tirreno che generano correnti di scirocco in Adriatico, ed è proprio questo vento che spinge l’acqua verso nord e fa aumentare il livello di marea atteso”. Inoltre in questo caso, “ci sono anche altri fattori che contribuiscono: la luna piena, le sigizie e anche le sesse. Sono tutti elementi che hanno effetti diretti sul livello del mare e che, se agiscono in maniera simultanea amplificano uno gli effetti dell’altro”, ha detto Umgiesser. Questo rende anche difficile riuscire a calcolare con precisione l’ampiezza o meglio l’altezza della marea.

250 allagamenti della piazza all’anno

D’altra parte l’acqua alta da decenni è considerata un’emergenza tale da mettere a rischio la sopravvivenza della Serenissima: il fenomeno, in seguito all’effetto di eustatismo e subsidenza (ossia l’innalzamento medio del livello del mare e contemporaneamente il progressivo sprofondamento della città) è diventata un evento quasi quotidiano. Più di 250 volte all’anno l’acqua invade la piazza. Con 90 cm quasi due terzi della sua superficie è allagata, con 100 cm (in media 7 volte all’anno) la piazza e gli spazi circostanti sono quasi completamente sommersi.

Un problema a cui dovrebbe porre rimedio, nelle speranze dei veneziani e del mondo intero, il Mose, composto da schiere di paratoie mobili a scomparsa poste alle cosiddette bocche di porto, nel cuore della laguna, i cui lavori iniziati nel 2003 si concluderanno, almeno secondo l’ultima previsione, nel 2021.

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