Cronaca

La situazione a bordo della Sea Watch, dopo 16 giorni

Migranti Sea Watch

FEDERICO SCOPPA / AFP
 

A bordo della Sea Watch 3

Dopo 16 giorni in mare la dignità, dalla Sea Watch 3, la nave della ong olandese che ha tratto in salvo 32 migranti, e che insieme all’imbarcazione di Sea Eye con a bordo 17 persone, è ferma nelle acque territoriali maltesi in attesa di ricevere il permesso di attraccare un un porto, lanciano un appello.

La portavoce Giorgia Linardi e il medico di bordo Frank Doerner fanno il quadro di quello che accade a bordo e di quello che potrebbe accadere. Da un momento all’altro. “E’ una situazione che potrebbe degenerare all’improvviso – spiega Linardi – Siamo molto preoccupati, perché temiamo che da un momento all’altro possa succedere qualcosa. E non possiamo continuare così se non per pochi altri giorni”.

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I migranti, tra cui 3 bambini, “stanno mostrando resistenza e pazienza – continua Linardi – . Ma ci sono segnali che potrebbero far temere atti di autolesionismo. Vediamo il loro umore cambiare durante la giornata. Ho parlato stamattina con il dottore a bordo ed è molto preoccupato”.

E infatti il dottor Doerner lo dice chiaramente: “La situazione a bordo sta diventando ogni giorno più instabile. E il livello di stress sta aumentando”. “Potete immaginare che le persone sono già traumatizzate quando raggiungono le nostre navi – afferma il medico – e il fatto che le risposte non arrivano, diventa motivo di altro stress”. A peggiorare la situazione ci si mettono le condizioni meteo e del mare. “Le onde e il cattivo tempo stanno aumentando – spiega il medico – e ingigantiscono ancora di più i problemi di queste persone. È una situazione sfinente”.

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L’appello di Sea Watch si rivolge all’Unione europea: “Abbiamo bisogno di una riposta chiara, adesso. Anche in supporto alla dichiarazione della sicurezza nei porti è del sistema di distribuzione equa dei migranti”. “Chiediamo una risposta molto chiara – insiste Doerner – e che arrivi al più presto possibile affinché questa situazione trovi una soluzione”. 

Riso e fagioli. Questo il pasto principale a bordo della Sea Watch 3. Una alimentazione che a lungo non è adatta a nessuno, soprattutto ai tre bambini presenti a bordo, uno di un anno e due di sei. Dice Chris Grodotzki, coordinatore media della Ong, durante una conferenza stampa: “Riso e fagioli vanno bene ma per sostenersi per un paio di giorni. Soprattutto per i bambini, uno è molto piccolo, serve altro, hanno bisogno di mangiare altro”. 

“Ogni giorno va peggio – continua – non eravamo preparati a questo. E non si tratta solo della scarsità o meno di acqua e cibo ma delle persone che sono costrette a stare addosso all’altra da 16 giorni. Il limite della sopportazione è stato già superato. Sedici giorni di negoziati. Siamo già oltre il limite”.

“Se cediamo il 6 gennaio, domani siamo daccapo, e poi l’8 gennaio, il 9 gennaio e ancora e i gli scafisti tornano a far quattrini e le Ong che non rispettano norme e leggi continuano ad aiutare i trafficanti di esseri umani” ha detto il ministro dell’Interno matteo Salvini con una diretta Facebook dal suo ufficio al Viminale, “dove sono operativo anche oggi” e “felice per il sostegno che mi dimostrate ogni giorno di più, io continuo il mio lavoro: con coraggio e onestà, io non mollo di un centimetro!”.

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