“Basta, entriamo. Non per provocazione, per necessità, per responsabilità”. Così dal profilo twitter, la Sea Watch 3 ha annunciato l’intenzione di entrare nelle acque territoriali italiane. Nel post precedente, si rilanciano le parole della comandante Carola Rackete: “Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo”.
Inanto in diretta Facebook il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha detto che verrà usato ogni mezzo lecito per fermare lo sbarco. “Useremo ogni mezzo lecito per fermare una nave fuorilegge, che mette a rischio decine di immigrati per uno schifoso giochino politico. Non darò l’autorizzazione allo sbarco a nessuno. Il comandante è avvisato: useremo ogni mezzo democraticamente concesso per bloccare questo scempio del diritto”.
“Mi sono rotto le palle” di vedere “l’Italia trattata come un paese di serie B. Chi sbaglia paga. La nostra pazienza e’ finita. L’Olanda ne rispondera’”.
“L’ingresso in acque territoriali italiane è l’unico esito in linea con il senso di umanità e il diritto internazionale italiano”. Lo dice all’Agi Riccardo Magi, deputato di +Europa, arrivato a Lampedusa, mentre la Sea Watch ha forzato il blocco delle acque italiane. “E questo verrà sicuramente accertato. Si interrompe una farsa di Stato che ha tenuto bloccate per l’ennesima volta 40 persone in fuori dalle acque italiane”.
“Ich habe beschlossen in den Hafen von Lampedusa einzufahren. Ich weiß was ich riskiere, aber die 42 Geretteten sind erschöpft. Ich bringe sie jetzt in Sicherheit.”
14 Tage hat die EU die #SeaWatch3 im Stich gelassen. Unsere Kapitänin hat keine Wahl. https://t.co/4dUEWlpQJB pic.twitter.com/5xa8OGXlPi
— Sea-Watch (@seawatchcrew) June 26, 2019
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