La Regione Sardegna vuole negoziare con Roma il riconoscimento dello svantaggio naturale dovuto all’insularità, a partire da un ‘coefficiente insulare’ per incrementare i trasferimenti destinati all’isola. La Giunta regionale ha approvato una delibera per avviare il percorso di riequilibrio, innanzitutto attraverso l’attuazione dell’articolo 22 della legge sul federalismo fiscale (la 42 del 2009), che il parlamento potrebbe delegare al governo.
L’obiettivo è definire con certezza il livello di penalizzazione che la Sardegna subisce a causa della posizione geografica, sia sul piano economico sia sul piano sociale, per poi affrontare la questione dei poteri derivanti dalla specialità e dall’autonomia della regione: il riconoscimento della specificità insulare presuppone la definizione di parametri oggettivi per misurare gli effetti del divario di sviluppo economico dovuto all’insularità.
“Oggi la Giunta regionale sta facendo valere le pari opportunità dei sardi”, spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto Frongia, che è anche presidente del Comitato per il riconoscimento del principio di insularità in Costituzione. “L’attivazione del procedimento per il riequilibrio dell’insularità della Sardegna nasce dall’esigenza di assicurare alle famiglie e alle imprese sarde pari opportunità e pari diritti rispetto ai cittadini europei”.
“Con questa delibera”, aggiunge Frongia, che l’ha proposta alla Giunta, d’intesa col presidente Christian Solinas, “prende avvio il processo che introduce la definizione di parametri oggettivi per la misurazione e la compensazione degli effetti (divario di sviluppo) legati all’insularità”.
Secondo l’assessore, è “indispensabile un modello di analisi dell’insularità che definisca una serie di indicatori per la valutazione del rapporto tra esigenze di infrastrutturazione e i fabbisogni finanziari, un modello che metta in discussione gli attuali criteri di distribuzione delle risorse”.
Per colmare il divario tra Sardegna e penisola e anche con l’Europa, la Regione ipotizza anche di predisporre una proposta di legge, concordata col Consiglio regionale, per attuare l’articolo 22 della legge sul federalismo. Sue questa base, Frongia auspica “un serrato e leale confronto con lo Stato, che conduca all’approvazione finale con legge dello Stato”. Quanto alle proposte da negoziare con lo Stato, aggiunge l’assessore, “il nuovo rapporto tra Stato e Regione deve essere incentrato sulla questione del deficit infrastrutturale, dei servizi e sulle risorse locali”.
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