“Dobbiamo tenere stretti i bulloni, per la sanità lombarda è una prova inimmaginabile. Con estrema fatica i presidi reggono”. In un’intervista a Il Messaggero il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, da settimane sotto pressione e primo cittadino del luogo che ha registrato maggiori decessi da virus, specie tra gli anziani, dice però anche che “i limiti maggiori emergono nella sanità di territorio, che in Lombardia – nonostante gli sforzi che tutti stiamo facendo – non è solida come quella di Veneto ed Emilia Romagna”. E chiosa: “Purtroppo ora ne abbiamo la prova”.
Ed è una constatazione amara, perché deriva dal fatto che “la rete dei medici di medicina generale, primo baluardo contro il contagio, è falcidiata dalla malattia”, 140 casi su 800. La reazione è però avvenuta “con l’impiego delle guardie mediche, dei giovani neolaureati, dei medici volontari” e ora si punta sul nuovo ospedale da campo in Fiera che secondo Gori “sarà pronto entro venerdì” e ci lavoreranno “tra gli altri, i medici di Emergency e forse un gruppo di dottori russi”.
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