Buon compleanno Piero Angela: cento di questi giorni e, speriamo, altre cento trasmissioni televisive. Nel giorno in cui si festeggiano i novanta anni del più celebre giornalista e divulgatore scientifico italiano, crediamo che non possa esserci augurio migliore che augurare a lui, e alla televisione italiana, pubblica e privata, on demand o via cavo, altre centinaia di trasmissioni scientifiche.
Nell’arco delle oltre duemila puntate che ha mandato in onda e dei quaranta libri che ha scritto, Piero Angela ha raccontato, e continua a farlo, la scienza e la ricerca scientifica. Lo ha fatto sempre con ironia, stile, e sobrietà, ma anche con la straordinaria capacità di portare in dote, mentre parla di atomi nuclei e molecole, la sua signorile umanità. In tempi in cui la scienza, come del resto tutti gli altri ambiti del sapere vengono fortemente messi in discussione, la sua è una lezione di straordinaria attualità.
Tanto più, che proprio le sue parole “la velocità della luce non si decide per alzata di mano”, sono diventate una bandiera, quasi un feticcio che viene – spesso a torto – agitato in discussioni nelle quali viene criticato qualche assunto scientifico. Sono le cosiddette pseudoscienze, quelle teorie cioè che non hanno nulla di scientifico, e che invece si propongono in antitesi con le teorie scientifiche più note.
In genere si tratta di temi legati alla medicina. Un caso di scuola è quello dell’omeopatia, contro la quale Piero Angela, che con il suo Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze (CICAP) ha aperto il primo gruppo anti-bufale della storia, si è apertamente schierato. Se però assumere un farmaco omeopatico corrisponde a bere un bicchier d’acqua e dunque non causa nessun problema, altre pseudoscienze possono portare a creare seri problemi di salute, come è, per esempio, nel caso dei vaccini.
L’elenco delle pseudoscienze è tristemente lungo e riempie le pagine dei giornali: dal caso Di Bella, al caso Stamina, passando per le scie chimiche, e finendo con la lotta agli ogm. Spesso ad alimentarle sono un atteggiamento di sfiducia nei confronti delle istituzioni, e soprattutto un flusso di informazioni false (famosa quella da cui fu generata l’avversione nei confronti del vaccino).
E’ lo stesso Piero Angela che spiega che per far fronte a questa carenza di cultura scientifica occorre fare di più nelle scuole, ma anche in televisione. Non tanto per contrastare, ovvero rintuzzare punto su punto i sostenitori della varie pseudoscienze, ma per fornire ai cittadini gli strumenti corretti per poter valutare le informazioni con cui entra in contatto ogni giorno attraverso le televisioni, le radio, i giornali, il web e i social network. A dar ragione al caro Piero nazionale, i dati del report elaborato dall’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM), “News VS Fake news nel sistema dell’informazione”.
Nel rapporto in cui, per la prima volta si fa una analisi dell’ecosistema informativo italiano si scopre che uno dei vulnus principali è quello della ricerca scientifica. Secondo i dati raccolti dall’Autorità infatti emerge chiaramente che nei mezzi di informazione italiani mancano giornalisti scientifici – sono appena il 13 per cento quelli dotati di conoscenze specialistiche rispetto a quelli coinvolti nella produzione di contenuti scientifici o tecnologici – ma soprattutto che il pubblico italiano ha una gran fame di contenuti a carattere scientifico e tecnologico.
“A una domanda potenziale, pari al 56% della popolazione nel caso delle notizie di scienza e tecnologia e a poco meno del 40% nel caso delle notizie economiche, corrisponde una bassa qualificazione dell’offerta, per cui gli argomenti specialistici sono spesso trattati da giornalisti che non hanno una specifica preparazione di base. E questa criticità emerge con ancor più evidenza in un momento quale quello attuale in cui il lavoro giornalistico e sottoposto costantemente al vaglio dei lettori, sempre più dotati essi stessi di specifiche professionalità ed interessi.
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