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Laura Chimenti, conduttrice del Tg1
I 1700 giornalisti Rai diventeranno presto duemila. Il consiglio di amministrazione del 12 giugno ha dato il via libera a un concorso per l’assunzione di circa cento nuovi giornalisti, e parallelamente, annuncia l’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti, è a buon punto la stabilizzazione dei circa 200 che da anni lavorano nelle reti ma anche a Rainews 24 e nei giornali radio, con la partita Iva.
Non ci sono ancora dettagli ufficiali su tempi, modalità, e requisiti del nuovo concorsone, ma le indiscrezioni de lospecialistatv.it parlano di tempi veloci (con l’avvio delle selezioni tra settembre e ottobre) ottimo inglese, capacità digital richiesti ai candidati e di selezioni su base regionale, sulla base dei posti vacanti nelle varie sedi. Il criterio di ricerca “local” era stato proposto dal direttore della Tgr Rai Alessandro Casarin nel febbraio scorso durante la sua audizione in Commissione di Vigilanza Rai.
Aveva spiegato che la maggior parte dei colleghi selezionati dal precedente concorso nazionale per giornalisti a tempo determinato proveniva da Roma e da Milano, lamentando di dover passare gran parte del suo tempo ad occuparsi di richieste di trasferimento di quelli che assunti a Cagliari, Bari, Pescara eccetera, imploravano di tornare a casa. “Sarebbe meglio che i giornalisti si candidassero direttamente per le sedi regionali dove c’è bisogno di nuovi innesti, e che fossero davvero disposti ad operare in queste regioni”.
Sembra proprio che sarà così. Sempre che fili tutto liscio. Perché, a poche ore dalla notizia del nuovo concorso sono già partire le barricate degli idonei di quello vecchio, che sono rimasti col cosiddetto cerino in mano e non ne vogliono sapere di rimettersi in fila partecipando alla nuova selezione: “Il nuovo concorso Rai per ora è stato solo deliberato. Non appena sarà bandito lo impugneremo, con una denuncia al giudice del lavoro e relativa segnalazione alla Corte dei Conti e alla Procura” ha chiarito all’AGI l’avvocato Vincenzo Iacovino, che assiste il “Comitato per l’Informazione pubblica” fondato da oltre cento giornalisti professionisti risultati idonei nel concorso Rai del 2015.
Rai, cavallo Rai
Iacovino è convinto che la Rai avrebbe dovuto evitare il concorso, pescando invece dagli idonei dell’ultimo, bandito nel 2014 e realizzato nel 2015, nonostante la graduatoria sia scaduta nell’ottobre del 2018. “Lo dice la legge. Il comma 1096 della legge finanziaria del dicembre 2017, per le assunzione giornalistiche prescrive alla Rai, in un’ottica virtuosa di risparmio, di procedere a immissioni in organico di figure al livello retributivo più basso, attingendo in primis al personale idoneo inserito nelle graduatorie 2013 e 2015 ”.
L’avvocato fa notare che gli idonei del 2013 sono stati tutti assunti “anche recentemente, superando quindi la questione della scadenza della graduatoria, non vedo ragioni perché questo non debba succedere con quelli dell’ultimo concorso. Sarebbe discriminatorio. E poi li hanno ritenuti idonei loro, mica Mandrake”.
A capo della commissione del concorso 2015 che cercava 100 giornalisti da assumere a tempo determinato, c’era l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli: dopo la prima prova ne erano entrati in graduatoria 400 e la Rai, dopo averne presi cento, ne ha poi assunti altrettanti. Un centinaio tra quelli rimasti fuori ha fondato il “Comitato per l’informazione pubblica” assistito da Iacovino e già protagonista di parecchie diffide alla Rai e di una richiesta di accesso agli atti che, informa il legale “ci è stato rifiutato. Adesso, quando il concorso verrà bandito, scatterà l’impugnazione”.
E i giornalisti usciti dalla scuola Rai di Perugia? Anche loro col cerino in mano, probabilmente. Lo Specialista.tv scrive: “Sembra che i circa 70 diplomati negli ultimi tre trienni, in attesa di collocazione, non saranno assimilati e non avranno neanche una corsia preferenziale a questo concorso” spiegando che i pareri legali sulla materia “avrebbero sconsigliato alla Rai passi falsi”.
L’Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti, chiarisce all’AGI che “la graduatoria del concorso 2015 è scaduta l’anno scorso” e che il nuovo concorso nasce anche da una sua richiesta, relativa alla carenza di giornalisti, soprattutto nelle sedi regionali e alle previsioni sulle future uscite naturali, con relativa selezione pubblica “che risponda ai criteri di meritocrazia e trasparenza”. Il segretario Vittorio Di Trapani è molto ottimista sui tempi per la stabilizzazione dei giornalisti a partita Iva. “Stiamo stringendo, l’ad Fabrizio Salini vuole fortemente un accordo e ha manifestato la volontà di chiuderlo”.
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