Marie Magnin / Hans Lucas
Migranti al confine tra Francia e Italia
Se tutte le persone che sognano di cambiare vita migrando da un Paese a un altro lo facessero davvero, l’Italia perderebbe l’8% della sua popolazione. È quanto emerge dall’ultimo studio sulle migrazioni condotto dall’istituto di ricerca statunitense Gallup.
Il dato è frutto di un sondaggio sottoposto a 453.122 persone di età superiore ai 15 anni, somministrato in 152 Paesi tra il 2015 e il 2017.
Sommario
750 milioni di persone vorrebbero partire, cresce il dato negli Usa
Più di un adulto su sette, nel mondo, lascerebbe definitivamente il luogo in cui vive se ne avesse l’opportunità: secondo le stime di Gallup a migrare sarebbero 750 milioni, il 15% della popolazione globale. Ovviamente il dato è soltanto ipotetico: le persone che vivono lontane dal proprio Paese di origine, come testimoniato dall’ultimo Rapporto Immigrazione dell’Onu, nel 2017 erano 257 milioni, un terzo cioè di quelle che hanno dichiarato di essere disposte a spostarsi. Il dato però è significativo perché offre una panoramica sui luoghi dai quali le persone vorrebbero andarsene e sulle mete più ambite. Un terzo (33%) degli aspiranti migranti provengono dall’area dell’Africa sub-sahariana, in particolare dalla Sierra Leone (71%) colpita negli ultimi anni dall’emergenza ebola, dalle piogge torrenziali dell’agosto del 2017, dalle violenze perpetrate ai danni delle donne e da una generale limitazione dei diritti umani.
Tra i dati più sorprendenti c’è quello dell’America Settentrionale che, pur rimanendo una delle mete più sognate da raggiungere, è però anche un’area da cui molti vorrebbero andarsene: la percentuale degli insoddisfatti, tra Usa e Canada, è salita dal 10% del 2010 fino all’attuale 14%, con il picco statunitense del 16%. Uno su sei, insomma, vorrebbe lasciare il suolo a stelle e strisce.
Le destinazioni: all’Italia si preferisce il resto d’Europa
Gli Stati Uniti, come accennato, rimangono comunque la meta prediletta: il 21% delle persone che vorrebbero partire lo farebbero in direzione Usa. In Europa, invece, ad attrarre sono soprattutto Germania e Francia, rispettivamente al 6 e al 5%. L’Italia, ferma al 2% che equivale a circa 15 milioni di migranti in entrata, è sotto anche a Regno Unito e Spagna. Il dato, è bene ripeterlo, si riferisce al periodo 2015-2017 e perciò non è influenzato dalla sterzata impressa dal nuovo esecutivo, in particolare dal Decreto Sicurezza, in materia di immigrazione.
A far riflettere è soprattutto un altro dato, quello sulla bilancia migratoria: tra chi sogna di raggiungere il Belpaese e chi vorrebbe lasciarlo, l’Italia perderebbe l’8% della popolazione. Fatte le dovute proporzioni, significa che 19 milioni di adulti attualmente in Italia vorrebbero lasciare il nostro Paese, oltre il 30%, un dato chiaramente superiore alla media europea ferma al 21%. Il confronto con i dati della bilancia migratoria di Paesi concorrenti dell’Italia è impietoso: la Francia aumenterebbe del 44% della popolazione, la Germania del 45%, la Spagna del 36%, il Regno Unito del 37%. Noi saremmo al livello di Lettonia, Grecia, Nepal e Pakistan: segno che in molti, e non soltanto stranieri, se potessero lascerebbero il nostro Paese.
Dati più incoraggianti arrivano dalle simili analisi sul flusso complessivo (in entrata e in uscita) per quanto riguarda i giovani tra i 15 e i 29 anni e le persone altamente istruite, cioè con almeno di quattro anni di formazione oltre alla scuola superiore o un titolo equivalente della laurea. In questi casi l’Italia guadagnerebbe rispettivamente il 35% e il 20% della popolazione. Dati che comunque rimangono nettamente al di sotto dei principali partner dell’Europa Occidentale.
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