Annalisa Cretella/ AGI
Venezia
Dopo una settimana di passione per l’alta marea che ha allagato calli, chiese, abitazioni e alberghi, a Venezia è tregua, relativa e temporanea, ma comunque tregua. Tanto basta per respirare ottimismo, con piazza San Marco che riapre per la gioia dei veneziani e dei turisti che oggi per ore erano stati tenuti alla larga per motivi di sicurezza.
Le saracinesche dei negozi si rialzano e le vetrine tornano a colorarsi con i vetri di Murano e le tipiche maschere. E domani riaprono anche le scuole, che erano state chiuse dopo il picco di martedì notte quando l’acqua alta ha allagato Venezia arrivando al livello massimo di 187 centimetri, il secondo più alto dopo quello del 1966. Dopo il picco di oggi di 155 centimetri registrato nelle zone di Malamocco e San Nicoletto, e di 150 cm nel centro storico (poco sotto le previsioni iniziali), nei prossimi giorni la marea sarà più ‘gestibile’.
“Oggi – sottolinea Luigi Brugnaro, sindaco e commissario delegato per l’emergenza – è stata una giornata difficile, con un’acqua alta importante ma non devastante”, i problemi veri si sono avuti con la marea di martedì notte, quella che ha portato almeno un miliardo di danni. Nei prossimi giorni, sebbene la marea si manterrà su valori ancora elevati, il livello dell’acqua non dovrebbe superare il 110 centimetri.
Per il Centro Maree del Comune si tratta comunque di “marea molto sostenuta”. Che comunque permette di ricominciare ad alzare la testa e darsi da fare: elettricisti e idraulici sono più che benvenuti in città. Bisogna far funzionare le prese elettriche fuori uso, cosi’ come gli ascensori degli alberghi, i computer, i Pos dei negozi. Anche le macchine per convalidare i biglietti ai vaporetti non funzionano più.
“Dobbiamo essere forti e ricominciare” dice Brugnaro prendendo poi in prestito una frase della presidente del Senato, Casellati: “I veneti e i veneziani sono in ginocchio solo quando pregano”. Certo, all’impegno della città deve seguire quello della politica: “E importante poi che le cose promesse vengano realizzate”, l’auspicio di Brugnaro.
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