Cronaca

“Io non voglio morire”. Le ultime parole di Alessandra Matteuzzi

AGI –  Alessandra Matteuzzi, è stata uccisa a Bologna in via dell’Arcoveggio, alla periferia della città nell’agosto del 2022. Per il delitto (la ragazza è stata uccisa a martellate e, infine, a colpi di panchina) ” è stato arrestato l’ex compagno 27enne, Giovanni Padovani. La madre dell’assassino è comparsa oggi davanti alla Corte d’assise.

“Io non voglio morire”

“Alessandra, alla fine, mi ha detto: ‘Io non voglio morire. Ho paura, perché lui è salito dal secondo piano’. Ma era tutto circoscritto e il contesto non lasciava presagire un esito cosi’ drammatico. Per me, quello che è successo, è una cosa inconcepibile, impensabile, perchè Giovanni non è un ragazzo cosi’, è tutt’altro'”. Lo ha raccontato Virginia Centini, madre di Giovanni Padovani, imputato per omicidio davanti alla Corte di assise.

La madre ha reso queste dichiarazioni rispondendo alle domande dell’avvocato di parte civile Antonio Petroncini che le ha chiesto, nello specifico, se la vittima le avesse mai riferito di aver paura del figlio. L’avvocato Petroncini ha letto in aula diversi messaggi scritti da Alessandra alla madre di Padovani. Come quello del 1 luglio 2022, in cui le disse: “Vivo nella paura. Con me non si sta comportando nel modo giusto, da sola con lui ho paura, e vivo nel terrore di dire o fare qualcosa di sbagliato ogni minuto perchè ho paura che lui si arrabbi”. E ancora, riferendosi a un episodio preciso: “Io non sono scesa Cri, avevo paura”.

“Giovanni delirava, chiamava ogni 5 minuti”

“Giovanni aveva un comportamento delirante. Faceva cose stranissime che non appartenevano al nostro modo di vivere e pensare. Io gli dicevo: ‘Giovanni lascia perdere, stai nel tuo’. Si’ perchè non trovava più pace, dopo che lui e Alessandra si erano lasciati ogni cinque minuti mi telefonava per vedere se l’avevo sentita o se sapevo se stava con altre persone. Voleva che la chiamassi e cercassi di capire dai rumori intorno a lei, dove si trovava, ad esempio nel bar dei cinesi, e se era con qualcuno”. Cosi’, Virginia Centini. madre di Giovanni Padovani.

La donna, 58 anni, ha ammesso che inoltrava al figlio i messaggi che le mandava Alessandra Matteuzzi e che il giovane le inviava messaggi che le chiedeva di girare alla donna. “Giovanni delirava – ha ripetuto rispondendo alle domande dell’avvocato difensore del figlio, Gabriele Bordoni -, aveva incubi la notte, scappava via”. La madre dell’ex calciatore 28enne ha detto, sempre interrogata, dall’avvocato Bordon, che Padovani “non aveva mai manifestato comportamenti simili” e che “la sua relazione precedente era stata molto tranquilla”, con una donna “che si prendeva cura di lui”.

“Tra i due c’era molta attrazione ma erano incompatibili”

“Alessandra e Giovanni erano incompatibili se non per una forte attrazione sessuale. Io glielo dicevo: ‘Siete incompatibili, lasciate perdere‘”, ha proseguito Virginia Centini.  “Mi chiamavano in continuazione, lamentandosi uno dell’altro – ha raccontato -. Lei si arrabbiava magari per una cosa piccola, lui esplodeva. C’erano continuamente alti e bassi”. In quasi due ore di testimonianza della donna, sono stati letti diversi messaggi della vittima e dell’ex calciatore, tra cui uno in cui il 28enne scriveva alla madre, il 23 marzo 2022, due messaggi di seguito con lo stesso testo: “Mi voglio vendicare”. Il presidente della Corte ha spesso interrotto le domande degli avvocati di parte civile, richiamandoli e chiedendo loro di motivare le domande o di procedere piu’ celermente, oppure impedendo loro di insistere su determinati approfondimenti. “Alessandra – ha raccontato la madre di Padovani – mi diceva che lui alzava voce, che la insultava. Giovanni mi diceva la stessa cosa. Il giorno dopo, invece, erano tutti belli felici insieme e lei diceva: ‘Quanto lo amo Giovanni è matto'”. 

La donna ha anche testimoniato di essere al corrente che Padovani aveva violato la segretezza degli account social della vittima e delle sue telecamere in casa, cosa di cui Matteuzzi si era lamentata con lei. Ne aveva parlato al figlio dicendogli: “Non si possono fare queste cose, non è legale, Ale ti poteva denunciare” ma aveva dissuaso la donna dal farlo. In un’occasione, Padovani aveva chiamato la polizia – ha raccontato sua madre – “perché Alessandra e i parenti non gli permettevano di portarsi via le sue cose da casa di lei”. Ha poi affermato che la vittima era gelosa in modo spropositato come il figlio. “Conoscevano entrambi sempre le posizioni in cui si trovavano”, tramite geolocalizzazione, e “quando si erano lasciati, se lui metteva un like a qualcuna sui social, lei lo chiamava per chiedergliene conto“. “Questa signora – ha commentato riferita alla vittima – non era cosi’ matura come pensavo fosse, visto che aveva quasi la mia età (56 anni, ndr)”. 

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