AGI – Incontro bilaterale tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il premier ungherese, Viktor Orban, a Bruxelles. Il dialogo tra i due leader è durato circa un’ora.
Sommario
La lettera dal carcere
Un memoriale scritto di proprio pugno dal carcere di Budapest, fatto arrivare il 2 ottobre scorso al consolato italiano per farlo avere al suo avvocato italiano: il testo, che contiene frasi choccanti sulle condizioni in cui è stata trattata Ilaria Salis, è stato mostrato stasera in esclusiva dal Tg La7. “Sono trattata come una bestia al guinzaglio”, “da tre mesi sono tormentata dalle punture delle cimici nel letto”, “l’aria è poca, solo quella che filtra dallo spioncino”: queste alcune delle frasi del memoriale della 39enne italiana, scritto quando Ilaria Salis era in carcere da otto mesi e non aveva ancora potuto parlare col proprio legale. L’insegnante milanese, che avrebbe subito questo trattamenti fin dal suo arrivo al penitenziario, scrive di trovarsi in condizioni igieniche precarie e di soffrire di scarsa alimentazione; riferisce inoltre la convinzione degli avvocati ungheresi di non poter far nulla riguardo alle sue condizioni.
I domiciliari negati
L’11 gennaio scorso i giudici ungheresi respinsero la richiesta per far avere i domiciliari in Italia a Ilaria Salis. Stando a quanto riferito da fonti legali, le toghe magiare respinsero nel merito la richiesta ma non la dichiararono inammissibile, il che fa ritenere che non escludessero in sè la possibilità dei domiciliari in Italia senza passare dai domiciliari in Ungheria.
La difesa di Ilaria Salis farà ricorso alla Cedu lamentando il trattamento inumano e degradante subito dalla donna sia in carcere sia durante l’udienza. Lo riferisce all’AGI l’avvocato Mauro Straini spiegando che “per la valutazione del danno evidenzieremo anche l’enorme diffusione mediatica in tutto il mondo”. Il legale sottolinea che nella sentenza di condanna della Cedu all’Ungheria i giudici hanno utilizzato la parola “leash” che significa “guinzaglio” in relazione alla modalità di spostamento da parte delle forze di polizia di una famiglia di migranti iracheni. Lo stesso guinzaglio, sembrerebbe dalla lettura della sentenza, a cui era legata Salis.
L’avvocato Roberto Zingari, che assiste una delle militanti della Lega aggredite e insultate a Monza nel 2017, è determinato a promuovere azioni e a utilizzare tutti gli strumenti di legge per fare piena luce su quell’episodio di gravissima violenza politica. Lo precisa l’ufficio stampa del partito di Matteo Salvini. Per quei fatti era finita a processo anche Ilaria Salis. “L’aggressione fisica, gli insulti e gli sputi contro una ragazza non possono restare impuniti”, spiega l’avvocato Zingari.
Immediata la replica dell‘avvocato Eugenio Losco, che assiste la maestra milanese: “La Lega non si costituì parte civile e quindi non era nemmeno tra le parti che potevano fare appello contro la sentenza di assoluzione di Ilaria Salis nel processo per l’assalto al gazebo di Monza”.
“In attesa che questa vicenda si concluda prima possibile, stiamo fornendo la massima assistenza, sotto vari profili, alla giovane ed alla sua famiglia. Funzionari della nostra Ambasciata procedono con visite regolari ad Ilaria Salis, così da poterne continuamente riscontrare la concreta condizione psico-fisica. Anche i famigliari hanno ottenuto di poterle fare visita e di effettuare chiamate a mezzo Skype”. Lo ha detto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, rispondendo a un’interrogazione in Commissione alla Camera. “Inoltre – ha aggiunto – è stata assicurata ai genitori di Ilaria e al suo difensore ogni necessaria assistenza e in quest’ottica anche il ministro Nordio, solo pochi giorni addietro, ha avuto un incontro con il padre della giovane, incontro nel quale è stato ribadito come certamente, anche in questo caso, sarà garantito tutto il supporto necessario”. Per completezza – ha aggiunto Ostellari – va rammentato che le istanze di revoca o di modifica dell’attuale misura custodiale carceraria sono di pertinenza dell’interessata che, insieme ai suoi avvocati difensori e la sua famiglia, valuterà tempi e modalità di presentazione”.
Intanto, dopo quello dell’udienza di lunedì, nel carcere di Budapest c’è stato un nuovo incontro tra Ilaria Salis e il padre. La maestra milanese, detenuta da oltre un anno, è apparsa in buone condizioni e di umore più sereno rispetto al giorno del processo. In serata il padre tornerà in aereo a Milano.
“Noi siamo garantisti e fino a che non c’è una condanna l’imputato è innocente: non è compito del governo entrare nel merito della vicenda giudiziaria e rispettiamo le decisioni della giustizia ungherese ma deve rispettare i diritti della detenuta”, ha commentato nella trasmissione preregistrata Porta a Porta il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il vicepremier ha ricordato l’impegno del governo per far rispettare i diritti “della detenuta italiana Salis”. “Ieri mattina – ha spiegato – avevo inviato il nostro ambasciatore al ministero della giustizia per avere notizie sul suo trattamento; il ministro ha chiamato il procuratore e gli ha chiesto un rapporto. Ieri sera stessa il procuratore è andata a trovarla e l’ha trovata in condizioni non negative. Oggi i genitori dell’insegnante lombarda di 39 anni le hanno fatto visita, e ha ricevuto anche visite consolari e anche quella di una psicologa”, ha aggiunto il ministro. “Il nostro impegno è quello di garantire il rispetto dei diritti del detenuto, che secondo le norme europee sono diversi se si trova in attesa di giudizio o già condannato”. Il ministro ha sottolineato di essere “garantista anche per i militanti di estrema sinistra come questa maestra: mi auguro che possa dimostrare la sua innocenza”.
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