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Nel 2016 si sono registrati 1,2 milioni di morti ‘evitabili’ nell’Unione Europa tra persone con meno di 75 anni (circa 2/3 dei decessi complessivi). Morti che si sarebbero cioè potuti evitare attraverso efficaci misure di prevenzione e una maggiore adesione a stili di vita attenti e sani. Oppure tramite un tempestivo e puntuale intervento medico.
A fotograre la condizione sanitaria del Vecchio Continente sono stati Eurostat e Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
Parlando in percentuali, dal documento emerge che il 68% dei decessi potevano (potenzialmente) essere evitati. Si tratta di una (poco consolante) leggera flessione rispetto al dato registrato relativo al 2011 (69,7%). Nello specifico, quasi 750 mila morti (741.000) si potevano scongiurare tramite interventi di prevenzione primaria (cioè in grado di dissuadere da abitudini poco salutari come abuso di fumo, alcol e junk food) e più di 400 mila (422.000) attraverso inteventi di cura effettiva (e quindi di prevenzione secondaria).
Il paese del Vecchio Continente che a livello europeo si è comportato meglio, cioè che è stato in grado di scongiurare più decessi, è stata la Francia (60,6% i morti evitabili). Medaglia d’argento, bronzo e legno, rispettivamente, a Paesi Bassi, Polonia e Bulgaria. Quinto posto per l’Italia. Fanalino di coda la Romania (80,1%).
Sommario
Morti “prevenibili”
Per quanto riguarda i dati relativi alle morti “prevenibili”, il quadro europeo si mostra piuttosto variegato: in Slovenia e Ungheria si registra il tasso più alto (e quindi negativo dal punto di visto sanitario). Nel primo stato il 53,5% dei decessi tra gli “under 75” potevano essere prevenuti, nel secondo il 51,7%. Dall’altro lato della classifica, il paese più virtuoso è la Bulgaria (35,4%) seguita da Cipro (39,2%), Malta (39,9%), Italia e Polonia (entrambe al 40,8%).
In particolare sull’Italia (sempre il 2016 l’anno di riferimento):
- Totale morti 2016 under 75: 615.000
- Morti prevenibili: circa 250.000 (40,8%)
- Morti trattabili circa150.000 (24,2%)
- Morti evitabili (totale) circa 400.000 (65%)
Morti che si potevano “trattare”
Relativamente, invece, alle morti che potevano essere trattate, quindi scongiurate in forza di adeguati e tempestivi interventi e assistenza medici, la percentuale più alta si registra in Romania (31,9%) e Slovacchia (30,8%). Viceversa, gli stati che presentano le percentuali più basse – cioè in cui il sistema sanitario è stato più efficace – sono Francia (19,3%), Belgio (20,5%), Danimarca (21%) e Paesi Bassi (21,7%).
E per quanto riguarda le cause di morte evitabile? Al primo posto c’è l’infarto (174.000 decessi) seguito dal cancro a trachea e polmoni (168.000), e ictus (87.000).
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