18,34%. Alle ore 19, a quattro ore esatte dalla chiusura dei seggi, è questa la percentuale dei votanti nel referendum sulla separazione di Venezia dalla terraferma. E se non ci sarà un’improvvisa quanto rapida impennata del flusso dei votanti ai seggi, il quorum è appare ancora lontano. Alle ore 19 sono infatti 4.406 i votanti su 206.553 aventi diritto, ovvero 30 seggi su un totale di 256.
Al momento, dunque, i veneziani e i mestrini sembrano non aver gradito la chiamata alle urne nell’ennesimo tentativo di separare Venezia da Mestre, cioè la laguna dalla terraferma. Tentativo respinto per ben tre volte, ne 1979, nel 1989 e nel 1994 con una maggioranza ampia di No. Mentre la quarta votazione, quella del 2003, è andata invece deserta e non raggiungendo il quorum.
Il quinto appuntamento, dunque, allo stato attuale, con il 18,34% di votanti, sembra perciò destinato al secondo fallimento e a ripetere l’esperienza del 2003. Le ragioni del Sì alla separazione, pertanto, sembra destinato a presentarsi come il proposito di una minoranza, anche se pur sempre agguerrita nelle aspettative. Al fixing delle 19 sembra prevalere, infatti, il partito dell’astensione.
Di chi, anche tra i sostenitori del No alla separazione delle due città di laguna e di terraferma, puntava comunque sul fallimento della chiamata alle urne e del non raggiungimento del quorum necessario a rendere valida la votazione. Cioè il partito del non voto. Che in questo caso potrebbe diventare anche l’involontario “aiutino” al sindaco Luigi Brugnaro, espressione di Forza Italia e del centrodestra, al quale i sostenitori del Sì con il loro voto – ma solo se maggioritario e vincente – si ripromettevano di dare una spallata per detronizzarlo dalla poltrona di Cà Farsetti, la sede del Municipio che si affaccia sul Canal Grande a due passi dal Ponte di Rialto.
La spallata per ora non c’è e potrebbe anche non riuscire se alle 23 la percentuale dei votanti resta bassa, e perché il traguardo del quorum al momento appare ambizioso e ancora lontano dal poter essere raggiunto. La resa dei conti dei veneziani con il sindaco, accusato di inerzia e di scarso interesse e cura per i problemi della città lagunare, sarebbe perciò rinviata a data da destinarsi. E il primo appuntamento con il voto amministrativo comunale avrà luogo al più presto nella prossima primavera.
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