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La scena dell’omicidio di Francesco Franky Boy Cali, boss della famiglia Gambino, il 14 marzo 2019 a New York
Assestato un duro colpo al patto di mafia sulla rotta Palermo-New York. La Polizia di Palermo ha demolito vertici e affari del mandamento di Passo di Rigano con un blitz scattato all’alba e condotto da oltre 200 uomini della Squadra mobile, del Servizio centrale operativo e dell’Fbi di New York.
Eseguito numerosi arresti, disposti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Palermo, nei confronti di altrettanti esponenti del mandamento che devono rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso ed altro.
Le indagini dell’operazione, denominata “New connection“, hanno registrato il forte legame instaurato tra Cosa nostra palermitana e la criminalità organizzata statunitense, con particolare riferimento alla potente Gambino Crime Family di New York, nonché la forte capacità pervasiva, da parte della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, sull’economia legale del quartiere alle porte di Palermo, secondo una capillare divisione di ruoli e mansioni: dalla fornitura alimentare all’ingrosso alle classiche estorsioni, passando per la gestione dei giochi e delle scommesse on line.
A Passo di Rigano avevano ricostituito la loro roccaforte criminale importanti esponenti della famiglia Inzerillo, una storica cellula mafiosa palermitana, decimata negli anni ’80 dalla seconda guerra di mafia. Agli esiti delle indagini, è risultato che questi “scappati“, rientrati in Italia nei primi anni duemila, avessero ricostituito le file della “famiglia”, anche grazie al ritrovato equilibrio con la fazione criminale avversa.
Nel corso dell’operazione “New Connection” sono stati sequestrati beni mobili, immobili e quote societarie per circa tre milioni di euro riconducibili agli Inzerillo che avevano ricostituito parte dell’esercito degli ‘Scappati’, sfuggiti alla furia dei Corleonesi di Totò Riina e negli ultimi tempi tornati a comandare in un pezzo di Palermo.
Tra i 19 arrestati, dunque, Francesco e Tommaso Inzerillo, rispettivamente fratello e cugino di Salvatore “Totuccio” Inzerillo, ucciso dai corleonesi. Erano stati arrestati nell’operazione Gotha e poi scarcerati. A “disposizione” delle cosche anche il sindaco di Torretta (Palermo) Salvatore Gambino, arrestato nella notte dai poliziotti della Squadra mobile. L’accusa p di concorso esterno in associazione mafiosa. “Non gli ho fatto vincere io le elezioni?”, si vantava Simone Zito intercettato: residente in America, parlando di Gambino, in carica da giugno 2018.
Calogero Zito, figlio 32enne di Simone, nato negli Stati Uniti e residente a Torretta, anche lui tra gli arrestati, discute invece con un altro uomo dell’assegnazione degli incarichi di consiglieri ed assessori del comune di Torretta, indicandone i nomi, incarichi poi effettivamente assunti dai soggetti indicati.
Gli affari giravano vorticosi tra Palermo e Stati uniti. C’è Thomas Gambino, figlio del mafioso americano Joseph, in un video del 3 agosto scorso. Discute con Tommaso Inzerillo riguardo alla spartizione dei proventi dell’eventuale vendita di un vasto appezzamento di terreno nella Repubblica Dominicana. Formalmente intestato a Frank Cali’, alla guida della famiglia Gambino ucciso a marzo a New York e agli eredi di Benedetto Villico Benedetto, lo zio deceduto di Tommaso Inzerillo che è in quota nella proprietà in maniera occulta. Nelle immagini viene ripresa una riunione tra mafiosi, tutti tratti oggi in arresto, di Passo di Rigano avvenuta a bordo di un gommone nel golfo di Mondello la scorsa estate.
Sequestrati beni e imprese per 3 milioni di euro e perquisite da Fbi e da investigatori italiani le abitazioni di Calogero Zito, nel New Jersey, di Thomas Gambino, a Staten Island (New York) e Simone Zito, a Philadelphia. I decreti di perquisizione sono stati emessi dalla Dda di Palermo ed eseguiti al termine della prevista procedura di rogatoria. Gli indagati rispondono, a diverso titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso ed altro.
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