Cronaca

Il manifesto dei sovranisti dell’Ordine di Malta

AGI – Il momento della chiarezza, delle scelte, si avvicina per l’Ordine di Malta, paralizzato per anni da una crisi interna cui Papa Bergoglio sta cercando di trovare rimedio, trovando invece non poche resistenze.

L’ultimo atto, fatto emergere dalla Cna, consiste in una lunga lettera del Consiglio di Governo dell’Ordine (900 anni, presenza nei quattro angoli del mondo). In sintesi, è una lunga lamentazione sulla possibilità che le riforme di Francesco e gli uomini chiamati a realizzarle possano mutare definitivamente la natura dello Smom.

I cambiamenti, si legge, devono avvenire “con l’aiuto di avvocati canonici esperti in stretta collaborazione con il Delegato Speciale del Santo Padre e prendendo in considerazione i 900 anni di storia dell’Ordine e la sua realtà odierna come un’organizzazione internazionale moderna e vivace”.

Infatti “l’Ordine di Malta ha sempre pensato a se stesso come un Ordine religioso sui generis, basato sulla sua unicità storia e tradizioni. Se non è più autorizzato a continuare a operare come tale, deve cercare un struttura alternativa che ne custodisca la sovranità”.

Solo una volta messa in chiaro questa questione “si potrà raggiungere un accordo su una nuova Carta Costituzionale e Codice dell’Ordine di Malta che si adatti alle attuali esigenze canoniche della Chiesa godendo di un ampio supporto all’interno dell’Ordine in tutto il mondo”.

Ci si ricordi, poi che “l’Ordine di Malta gode di diritto internazionale personalità. Oltre ad una presenza umanitaria attiva in più di 120 paesi, e che intrattiene relazioni diplomatiche piene con 112 Stati, inclusa la Santa Sede“.

E non si tratta del prodotto di una concessione” altrui ma del riconoscimento compiuto nei “secoli dalle nazioni che compongono la comunità internazionale”. Attenzione, allora, perché la sovranità dello Smom è “giuridicamente inviolabile e, in quanto tale, il Capo dello Stato e tutti gli organi costituzionali dell’Ordine hanno il dovere di tutelarlo”.

Lo Smom ha “un proprio Capo di Stato e un governo”, “il Gran Maestro è il garante dell’indipendenza dell’Ordine ed è incaricato di rappresentare l’Ordine sulla scena internazionale, di assicurarne l’osservanza dei trattati e per salvaguardare l’integrità e il corretto funzionamento del suo ospedaliero e di altri attività di beneficenza”.

Si tratta di una “una monarchia costituzionale” in cui “il governo dell’Ordine si esercita in modo sovrano, collegiale e rappresentativo”. Ha una sua “sovranità costituzionale” che è “giuridicamente inviolabile”.

E se il dubbio riguarda il suo far parte della Chiesa, “l’Ordine di Malta ha identità e natura cattolica, ma come persona giuridica internazionale e in quanto entità sovrana, non è giuridicamente o internazionalmente soggetta alla Santa Sede”, come “è il caso di molti altri sovrani entità la cui identità confessionale non limita la loro indipendenza”.

E in ogni caso “non può in alcun modo ridurre la sua indipendenza internazionale o costituzionale, come sarebbe il caso con qualsiasi altro ente sovrano”. Si tratta, in altre parole, della reazione alla decisione del Papa, presa a giugno, di nominare Frà John Dunlap Luogotenente del Gran Maestro dopo la morte improvvisa del suo predecessore, Frà Marco Luzzago, evitando così il processo elettorale che avrebbe dovuto svolgersi secondo gli statuti.

Ma ancora prima Francesco aveva prolungato il mandato dello stesso frà Marco Luzzago fino alla fine del processo di riforma, aggirando le procedure che prevedevano una nuova elezione al termine del mandato del Luogotenente, che dura un anno.

Inoltre, papa Francesco ha conferito ampi poteri al suo delegato, il cardinale Silvano Maria Tomasi, prendendo di fatto la riforma nelle proprie mani. E quando Luzzago è morto, ecco che il Pontefice firmava un decreto e notava: “Con paterna sollecitudine ho seguito in questi anni il cammino del processo di riforma che, sotto la guida del mio Delegato Speciale, cardinale Silvano M. Tomasi, l’Ordine di Malta ha coraggiosamente intrapreso, a seguito di una crisi istituzionale che ha segnato una ferita nel cuore di molti. L’improvvisa dipartita del Luogotenente di Gran Maestro, frà Marco Luzzago, a pochi mesi dalla celebrazione del Capitolo Generale Straordinario, porta l’Ordine gerosolomitano a vivere un nuovo momento di sgomento e di incertezza”.

Di qui la constatazione che sapeva di avvertimento: “Purtroppo, nuovi eventi e circostanze sembrano quasi voler impedire all’Ordine di San Giovanni Battista di compiere il necessario cammino di rinnovamento nella fedeltà al carisma originario. La prematura scomparsa del Luogotenente di Gran Maestro Frà Marco Luzzago, oltre a determinare l’arresto temporaneo del processo di riforma, rischia di accentuare ancor di più le tensioni tutt’ora esistenti”. Frà Dunlap, era la conclusione. “collaborerà strettamente con il delegato speciale nella preparazione del Capitolo Generale Straordinario”.

Pare invece che una buona parte dell’Ordine non ne abbia molta voglia, di collaborare. Tanto che sempre Dunlap ha inviato una lettera ai Gran Priori e Procuratori dei Gran Priorati, ai Reggenti dei Sottopriorati, per ricordare – secondo la Cna – che esiste uno specifico dovere di obbedienza al papa e sottolineare gli ampi poteri speciali conferiti al cardinale Tomasi in questo processo di riforma. Un processo il cui esito non è ancora scontato.

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