Pierpaolo Scavuzzo / AGF
Sergio Mattarella
Sergio Mattarella invita le istituzioni a rispettare gli impegni per la ricostruzione di tutti i centri colpiti dal terremoto, auspica che ovunque sia garantita la “massima cura per la sicurezza degli edifici” scolastici e ricorda che investire nella scuola (che definisce “levatrice di liberta’”) è “la scelta più produttiva sia per le istituzioni sia per le famiglie perché rinunciare alla formazione è spesso anticamera dell’emarginazione, della povertà, talvolta dell’illegalità”.
L’inaugurazione dell’anno scolastico è per il Presidente della Repubblica l’occasione per ribadire che nelle aule e tra i banchi “si cresce come persone. Approfondendo il sapere, scoprendo competenze e talenti, imparando a vivere con gli altri”. Mattarella rivolge così il suo augurio agli studenti dall’Aquila – colpita dieci anni fa dal sisma – e pone l’accento sulla piaga dell’abbandono scolastico che penalizza soprattutto il Mezzogiorno.
Il numero di ragazzi che non completano il ciclo di studi, afferma, “va decisamente ridotto: è questo un impegno prioritario. Deve crescere, invece, il numero degli studenti che conseguono il titolo di scuola superiore, di qualificazione professionale, dei laureati”.
Il Capo dello Stato sprona poi tutti ad attuare “pienamente e concretamente” le norme che “tutelano e favoriscono l’inserimento dei ragazzi con disabilità” e riconosce che troppo spesso insegnanti, che “non poche volte hanno colmato con il loro senso di responsabilità e del dovere, lo spazio lasciato vuoto dalla carenza di risorse materiali o di strutture organizzative”, non ricevono “dalla società e dalle istituzioni il riconoscimento che è loro dovuto”.
In un passaggio del suo intervento esprime la speranza che la scuola e le famiglie si parlino, si incontrino e collaborino tra loro: “Una società aggressiva, attraversata dal risentimento, orientata a esaltare l’interesse individuale a discapito della comunità, rischia di accentuare le fratture tra insegnanti e genitori. A farne le spese sono soprattutto i ragazzi, quando i loro genitori, per prenderne in qualunque caso le parti, arrivano a screditare o, addirittura, a insolentire gli insegnanti. La nostra società – spiega – ha bisogno di ascolto, di dialogo, di rispetto degli altri, di maggiore fiducia. E la fiducia comincia dalla scuola”.
“I ragazzi hanno diritto di sperare che i loro progetti migliori potranno realizzarsi. La scuola è il terreno dove coltivare questi progetti, e farli crescere” dice ancora prima di ricordare il giovane malese che nei mesi scorsi morì nel mar Mediterraneo in un naufragio: “Quando ne hanno ritrovato il corpo, si e’ scoperto che aveva cucito, nel vestito, la sua pagella. La proteggeva come la sua carta di identità, e la sua speranza. La scuola è una speranza, sempre e ovunque. Rappresenta la finestra di opportunità per il futuro di ciascun giovane. Compito della Repubblica – conclude – è garantirla costantemente. Dobbiamo renderla più forte e più efficace”.
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