AGI – Gli scienziati in Spagna affermano di aver risolto i due misteri persistenti che avvolgono Cristoforo Colombo più di cinque secoli dopo la morte dell’esploratore: i resti sepolti nella cattedrale di Siviglia sono davvero suoi? E il navigatore che cambiò il corso della storia mondiale era davvero genovese, come la storia ha a lungo affermato, o era in realtà basco, catalano, galiziano, greco, ebreo o portoghese? La risposta alla prima domanda è sì. La risposta alla seconda è… aspetta fino a sabato, scrive il Guardian, quando il lavoro andrà in onda sulla tv spagnola RTVE.
Sebbene Colombo sia morto nella città spagnola di Valladolid nel 1506, volle essere sepolto sull’isola di Hispaniola, che oggi è divisa tra Haiti e la Repubblica Dominicana. I suoi resti furono portati lì nel 1542, trasferiti a Cuba nel 1795 e poi portati a Siviglia nel 1898 quando la Spagna perse il controllo di Cuba dopo la guerra ispano-americana. Ieri, dopo due decenni di test del Dna e ricerche, l’esperto di medicina legale Josè Antonio Lorente ha affermato che i resti incompleti conservati nella cattedrale di Siviglia appartengono effettivamente a Colombo. “Oggi, grazie alle nuove tecnologie, la precedente teoria parziale secondo cui i resti di Siviglia sono quelli di Cristoforo Colombo è stata definitivamente confermata”, ha affermato l’esperto, che ha guidato lo studio all’Università di Granada. La conclusione è arrivata dopo aver confrontato i campioni di Dna della tomba con altri prelevati da uno dei fratelli di Colombo, Diego, e da suo figlio Fernando.
La questione più spinosa sulle origini precise dell’esploratore verrà svelata in “Columbus Dna: His True Origin”, uno speciale programma televisivo in onda domani sabato 12 ottobre, giorno in cui la Spagna celebra la sua festa nazionale e commemora l’arrivo di Colombo nel Nuovo Mondo. Sebbene siano state avanzate innumerevoli affermazioni sulla provenienza del navigatore (le teorie includono Italia, Svezia, Norvegia, Portogallo, Francia, Grecia, Scozia e una manciata di regioni spagnole), gli autori del programma insistono nel dire di avere ora la risposta. “Venticinque possibili origini e otto finalisti, ma può essercene solo uno”, ha affermato in una nota l’emittente pubblica spagnola RTVE.
Lorente, che ha descritto l’indagine come “molto complicata”, è rimasto a bocca cucita sulle sue conclusioni. “Ci sono alcuni risultati davvero importanti, risultati che ci aiuteranno in molteplici studi e analisi che dovrebbero essere valutati dagli storici”. Se, come suggeriscono il programma e il clamore che lo accompagna, il fascino per Colombo resta inalterato, lo stesso vale sempre di più per la controversia sulla sua eredità. Nel 2015, Ada Colau, allora sindaco di Barcellona, si è unita a molti della sinistra spagnola nel condannare le celebrazioni del 12 ottobre. “È una vergogna che una nazione celebri un genocidio e, per giunta, con una parata militare che costa 800.000 euro”. Josè Maria Gonzalez Santos, l’allora sindaco di Cadice, era d’accordo. “Non abbiamo mai scoperto l’America, abbiamo massacrato e soppresso un continente e le sue culture in nome di Dio”, ha detto. “Niente da festeggiare”.