Cronaca

I nomi che si fanno per il prossimo sindaco di Roma (oltre a Raggi)

Oltre alla primavera a Roma è arrivata in anticipo anche la campagna elettorale per il Campidoglio. Tra le forze politiche cittadine in questi giorni non si parla di altro, nonostante alle urne manchi ancora più di un anno. A rinvigorire il dibattito basta un sondaggio pubblicato oggi da Repubblica secondo cui il 21% degli elettori sarebbe pronto a rivotare Virginia Raggi in caso di una sua ricandidatura il prossimo anno. Numeri che hanno acceso le schermaglie tra maggioranza e opposizioni, con il M5s capitolino che rivendica: “Dal sondaggio emerge che una parte consistente dei cittadini romani ci sostiene ed è pronta a darci di nuovo fiducia”.

Mentre le opposizioni sottolineano, sulla sponda Pd, come con questi numeri la sindaca “non arriverebbe al ballottaggio”, mentre sul versante Lega “non servono i sondaggi per capire i disastri che ha fatto la Raggi, basterebbe girare per la città”. Il dibattito che sembra destinato a scandire tutto il 2020, complici i tempi lunghi registrati in quasi 4 anni dalla giunta Raggi per ottenere dei risultati e i quelli ancor più dilatati su alcuni dossier ancora irrisolti.

Basti pensare che da Capodanno il Campidoglio è impantanato sulla delibera con cui la giunta ha indicato la discarica di servizio a Monte Carnevale, nella Valle Galeria, non lontano dal maxi invaso di Malagrotta che per 50 anni ha ospitato i rifiuti della Capitale, sollevato le ire dei residenti del territorio e provocando una spaccatura nel M5s. O al progetto dello stadio della As Roma, che viaggia a passi lentissimi da quasi due anni e deve ancora superare lo scoglio della votazione finale della variante urbanistica in Aula, da quando la Procura di Roma ha avviato un procedimento con l’ipotesi di corruzione che vede coinvolti tra gli altri esponenti politici ed ex manager capitolini.

Nel frattempo la Lega è già in campo con Matteo Salvini – domenica all’Eur ha dedicato un comizio alla città – impegnato in un tentativo di ‘scalata’ a Palazzo Senatorio che coronerebbe la mutazione dal partito del Nord con lo slogan ‘Roma ladrona’ a formazione politica nazionale. Salvini ha parlato dell’ipotesi di una candidato “civico” che arriverà solo dopo il programma, ma il nodo principale, a quanto filtra, è trovare l’intesa con Fratelli d’Italia che forte del suo radicamento territoriale a Roma vorrebbe esprimere il nome del centrodestra per puntare al Campidoglio.

Intanto nel centrosinistra le diverse anime del Pd ed i movimenti civici iniziano ad organizzarsi e dividersi: tra convegni e riunioni si fanno largo i nomi di alcuni possibili candidati, da Carlo Calenda ad Enrico Letta passando per Michela Di Biase e Giovanni Caudo. Mentre il blog più seguito sui mali della città, Roma fa schifo, invoca Carlo Cottarelli come sindaco dal profilo civico. La sindaca continua a non sbilanciarsi pubblicamente sulle sue scelte future ma, a quanto trapela, i fedelissimi la starebbe spingendo a candidarsi per tentare un secondo mandato in cui sviluppare alcuni progetti avviati nel corso del primo.

Emblematiche le parole dell’assessore Antonio De Santis, tra i componenti della giunta più ascoltati dalla sindaca: “Virginia Raggi è l’unica candidata in grado di sconfiggere Salvini”. Secondo le regole attuali del M5s la Raggi non potrebbe tentare la rielezione ma una lista civica a supporto potrebbe essere l’escamotage utilizzato. Se i voti che usciranno dalle urne saranno simili a quelli delle europee del maggio scorso il candidato del Movimento non arriverebbe nemmeno al ballottaggio, ma i suoi consensi potrebbero influenzarne l’esito. 

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