LAURE BOYER / HANS LUCAS
L’incendio di Notre Dame
Le fiamme che hanno avvolto Notre Dame hanno divorato il tetto, una altissima vetrata, uno tra i più grandi organi a canne del mondo e molto altro. Ma i danni, spiega Quartz, sarebbero stati ancora maggiori se non fosse stato per i droni che i vigili del fuoco parigini hanno fatto sorvolare sulla cattedrale. I droni, presi in prestito dai ministeri della Cultura e dell’Interno, sono due modelli commerciali realizzati dal produttore cinese DJI, il Mavic 2 Enterprise Dual e il Matrice M210, entrambi dotati di telecamere termiche.
L’obiettivo principale dei vigili del fuoco era quello di capire esattamene dove aveva avuto origine l’incendio e in che modo il fuoco si stava propagando. Secondo il quotidiano francese Libération, le immagini restituite dai droni hanno permesso ai pompieri di piazzare gli estintori in modo rapido ed efficace. Al contrario, l’utilizzo di un elicottero sarebbe stato meno flessibile e più costoso. All’interno della cattedrale è stato utilizzato anche un “robot estintore” che ha permesso ai vigili del fuoco di spegnere le fiamme senza mettere a rischio la vita degli operatori.
L’incendio di Notre Dame
Ma cosa fanno i due droni? Il primo è in grado di fornire dei metadati raccolti per effettuare post-analisi spazio-temporale delle riprese, e può essere equipaggiato con diversi accessori. Tra questi, di rilevante importanza è l’altoparlante che ha garantito la comunicazione con le squadre operative. Il drone è in grado di combinare immagini termiche e visive in tempo reale, e monitora le temperature. Particolarmente indicato per gli incendi, migliora la visibilità durante questo tipo di eventi, permettendo di agire con maggiore consapevolezza. Il secondo drone è molto usato dai Vigili del Fuoco di tutto il mondo.
Per poterli utilizzare, il governo ha sospeso le restrizioni sull’utilizzo di droni, vietata nel centro di Parigi. E la scelta è stata decisiva, soprattutto per mettere in salvo le due torri, ha spiegato a FranceInfo, il portavoce dei pompieri Gabriel Plus. “Grazie a questa tecnologia abbiamo potuto agire nel miglior modo possibile”.
Non tutti però hanno apprezzato l’intervento dei vigili del fuoco. Alcuni li accusano di essersi mossi in modo insufficiente rispetto alla dimensione dell’incendio. “E’ una falsa accusa”, ha spiegato a Repubblica Alexandre Jouassard, uno dei soccorritori. “Abbiamo deciso di sacrificare la parte centrale della guglia, che era ormai un braciere inavvicinabile. Ma eravamo pienamente mobilitati all’interno della cattedrale e anche all’esterno per difendere la facciata e le Torri. E per fortuna ci siamo riusciti”.
Il fuoco è arrivato però anche all’interno di una delle Torri. “Quello è stato il momento più drammatico, intorno alle 21.30 abbiamo davvero temuto che le fiamme potessero svilupparsi fino alla campana con il rischio di farla fondere. A quel punto la Torre sarebbe crollata con lo choc termico e probabilmente avrebbe trascinato giù anche l’altra Torre e tutta la facciata”.
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