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Google Hub Nest
L’assistente digitale ha una faccia, adesso anche in Italia. Dal 12 giugno è disponibile Hub Nest, il primo smart speaker di Google con display. Questione di stile, ma non solo: ci sono nuove funzioni rispetto ai “maggiordomi digitali” senza schermo e altre – simili o identiche – che possono essere utilizzate in modo più immediato.
Sommario
Obiettivo: “Utile per tutti”
Il design è essenziale. Il display, da 7 pollici, ha cornici abbondanti rispetto a quelle dei tablet più recenti. Visto frontalmente sembra quasi galleggiare, nonostante poggi su una cassa in tessuto. “Non è progettato dagli ingegneri per gli ingegneri”, ma ambisce a essere “utile per tutti”. Così Billy Burnett, del reparto prodotti e servizi Emea di Google, ha presentato Nest Hub in Italia. Sarà che ormai gli assistenti sono quasi ovunque, sarà che toccare uno schermo con le dita è diventato un gesto naturale, ma l’utilizzo del dispositivo è davvero intuitivo, a partire dal settaggio: si collega alla corrente, si scarica l’app sullo smartphone, un paio di “tap” sullo schermo e il gioco è praticamente fatto. Non serve neppure digitare la password del wifi. Un pulsante fisico regola il volume e un interruttore sul retro disattiva il microfono.
Lo schermo non è un dettaglio
Come gli altri smart speaker, Nest Hub risponde ai comandi vocali dell’utente: ricerche su Google, meteo, ultime notizie, agenda della giornata, timer, sveglia. E poi musica, tramite i servizi in streaming disponibili e Youtube. E allora cosa cambia, visto che costa anche di più (129 euro) rispetto al Google Mini? Ci sono, innanzitutto, funzioni che la cassa intelligente, chiaramente, non può avere: si possono vedere video. Il plus è però la possibilità di avere un’interazione “mista”, sia con la voce che con con i polpastrelli. Ad esempio usando Maps: si cerca la destinazione a parole, la si esplora con le mani.
Google Hub Nest
Stesso discorso per le ricette, disponibili sia come video di Youtube sia come istruzioni passo-passo. Il display rende più immediata la consultazione delle impostazioni, direttamente dal dispositivo e non più (solo) dall’app, e soprattutto la gestione domotica: luci e dispositivo connessi possono essere guidati con la voce, ma anche trasformando lo schermo in un pannello di controllo. Così come per gli altri smart speaker di Google, sono attive le cosiddette routine: un comando vocale, come “Ehy Google, buongiorno” fa partire una serie di azioni. Ad esempio meteo, impegni della giornata e ultime notizie. A proposito delle fonti (che possono essere ordinate in base alle proprie preferenze): grazie al display, alcune, oltre raccontare gli aggiornamenti, sono disponibili con immagini e servizi completi.
Dalla cucina alla camera da letto
Quando non è attivo, Hub Nest offre alcune opzioni, più o meno appariscenti. Può essere un orologio (con diversi stili). Oppure trasformarsi in una cornice digitale: scorreranno immagini artistiche o altre catturate dalla Nasa. Ma l’utente potrà anche decidere di mostrare i suoi scatti preferiti di Google Foto. Dove piazzare Hub Nest? Il posto ideale sembra la cucina, dove le mani impiastricciate di cibo potrebbero far desiderare i comandi vocali. E il sistema di istruzioni sulle ricette è davvero utile.
Ma Google ambisce a diventare il centro di controllo della casa e non disdegnerebbe un posto in camera da letto: nella parte superiore dello schermo c’è un sensore che regola automaticamente la luminosità dello schermo. Nella stanza c’è il sole? Il display sarà più brillante. Mentre si oscurerà al buio.
La sfida dei display parlanti
Con Google, parte anche in Italia la battaglia degli smart speaker “con la faccia”. L’Echo Show da 10 pollici è arrivato alla fine dello scorso febbraio a 229 euro. Il concorrente diretto di Hub Nest sarà probabilmente il fratello minore, Echo Show 5: display da 5,5 pollici e 89,9 euro, disponibile dal 26 giugno. In palio non c’è solo l’hardware. Certo, vendere più dispositivi è importante, ma non sembra essere il traguardo finale quanto una tappa. La concorrenza riguarda infatti intelligenza artificiale (Alexa contro Google Assistant), servizi, ricerche (che saranno sempre meno digitate e sempre più spesso pronunciate), dati, pubblicità (dove Google domina ma Amazon cresce) e e-commerce (se qualcosa si vede, è anche più semplice da comprare).
I dispositivi con display sembrano essere più intuitivi e funzionali. Non a caso le grandi compagnie ci stanno puntando parecchio. Facebook ha deciso di partire proprio da qui, con Portal, il primo hardware di Menlo Park (Oculus esclusi) arriverà in Europa il prossimo autunno. Oltre ad Amazon, che si è mosso per primo, anche Google ha già differenziato la propria offerta, con un dispositivo più grande (da 10 pollici) e costoso: Nest Hub Max (che in Italia ancora non c’è) è stato presentato a maggio durante la conferenza Google I/O. Un altro sfidante per l’Echo Show.
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