Cronaca

Filippo arrestato in Germania. Il padre di Giulia: “Ragazze, se denunciate vi salvate la vita”

AGI – Filippo Turetta è stato individuato e arrestato in Germania “senza opporre resistenza”.  Era a bordo della sua autovettura quando è stato fermato mentre stava percorrendo l’autostrada A9 nei pressi della cittadina tedesca di Bad Duerrenberg in Sassonia-Anhalt.  Il veicolo si trovava sulla corsia di emergenza e senza benzina. E secondo il codice stradale tedesco, sostare a luci spente è una violazione. Agli agenti, il ragazzo è apparso stanco e quasi rassegnato. Il veicolo è stato sequestrato.

La fuga di Filippo, ricercato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin e per averne gettato il corpo senza vita in un burrone nella zona di Piancavallo, si è conclusa dunque dopo sette giorni e più di 1000 km percorsi. La 22enne era già morta quando è stata lanciata nel burrone della Val Caltea, a Barcis, dopo essere portata fuori dall’auto di Filippo Turetta. È quanto emerge dalla l’ispezione esterna della salma svolta dal medico legale per conto della Procura di Pordenone.

Il padre di Giulia, da questa vicenda deve nascere qualcosa

“Da questa vicenda deve nascere qualcosa”. Lo ha detto ai giornalisti Gino Cecchettin, il padre di Giulia fuori dalla casa di Vigonovo. “Noi come famiglia ci impegneremo attivamente – ha proseguito – affinchè questo non succeda più, perchè altre ragazze, altre donne, parlo a nome anche dell’altra mia figlia Elena, faremo qualcosa”.

“A noi come famiglia – ha aggiunto papà Cecchettin, che ha detto di non aver sentito i genitori di Filippo – ovviamente Giulia manca tantissimo, l’avrete visto dai miei messaggi di questa mattina, però dobbiamo farci forza e guardare al futuro”.

“Ma se avete anche solo il minimo dubbio che la relazione non sia quella che voi desiderate – ha sottolineato il papà di Giulia, lanciando un messaggio a tutte le ragazze – comunicatelo, perchè è solo in questo modo che avrete salva la vita, per non essere qui a celebrare di nuovo un altro femminicidio”.

“Io come padre ovviamente mi faccio delle domande, e purtroppo il tempo è passato. E’ troppo tardi adesso, facciamo qualcosa per chi ancora ha la possibilità di restare qua”. Poi di nuovo l’appello: “Guardatevi bene nella vostra relazione, se avete qualsiasi avvisaglia, parlatene con chiunque vi dia fiducia, comunicatelo. E’ l’unico modo per salvarsi la vita”. 

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Giulia, la sorella della vittima: “Oggi è il tempo del dolore ma domani è il tempo del cambiamento. Bisogna trasformare questa cosa in un esempio, dobbiamo proteggere le ragazze del futuro e del presente”. 

I messaggi dei familiari sui social

“L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’amore vero non picchia, non urla, non uccide”. Così aveva scritto su Facebook da Gino Cecchettin, incassando tantissimi i commenti di affetto e solidarietà.  Poi un secondo messaggio con la foto della figlia: “Amore mio mi manchi già tantissimo, abbraccia la mamma e dalle un bacio da parte mia”.

“Io non starò mai zitta, non mi farete mai tacere”. Questa invece una stories che si legge sul profilo Instagram di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, a poche ore dalla notizia dell’arresto di Filippo Turetta.

Il post dedicato a Salvini

“Bene. Se colpevole, nessuno sconto di pena e carcere a vita”, è stato il commento del segretario leghista Matteo Salvini sui social alla notizia dell’arresto. La replica della stessa Elena non si è fatta attendere: “Ministro dei trasporti che dubita della colpevolezza di Turetta perchè bianco, perchè ‘di buona famiglia’. Anche questa è violenza, violenza di Stato”. 

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La sorella di Giulia ha poi aggiunto, citando la scrittrice Carlotta Vagnoli: “Ministro il cui partito (insieme a FdI, che però ha scelto l’astensione), a maggio ha votato contrariamente alla ratificazione della convenzione di Istanbul. Così, nel caso voleste altri motivi per comprendere quanto il femminicidio sia un omicidio di Stato”.

Controreplica del vicepremier in un post su Instagram: “Per gli assassini carcere a vita, con lavoro obbligatorio. Per stupratori e pedofili – di qualunque nazionalità, colore della pelle e stato sociale – castrazione chimica e galera. Questo propone la Lega da sempre, speriamo ci sostengano e ci seguano finalmente anche altri”.

“Ovviamente, come prevede la Costituzione, dopo una condanna stabilita in Tribunale augurandoci tempi rapidi e nessun buonismo, anche se la colpevolezza di Filippo pare evidente a me e a tutti”, ha concluso Salvini. 

Il ritrovamento del cadavere e la morte di Giulia

Sul cadavere della giovane studentessa di Vigonovo ritrovato nella zona di Piancavallo in provincia di Pordenone a circa 1.000 metri di altitudine in fondo a un dirupo a cinquanta metri dalla sede stradale, sono presenti ferite da arma da taglio al collo e alla testa. Ci sono anche lesioni sulle braccia e sulle mani a significare che Giulia ha cercato di difendersi dal suo omicida.  

Le ultime immagini dei due studenti risalgono alle ore 23,30 circa proprio di sabato 11 quando le telecamere di videosorveglianza dello stabilimento ‘Dior’ di Fosso’ in provincia di Venezia avevano ripreso la violenta aggressione di Filippo nei confronti di Giulia.

Come hanno descritto gli inquirenti, la ragazza è stata prima colpita a calci mentre era a terra e poi nuovamente ferita con colpi che hanno “provocato copiosi sanguinamenti e, apparentemente esanime, caricata da Turetta nella propria auto“.

Tra le ipotesi quella del decesso al momento dell’aggressione, caricata in auto e poi accoltellata e gettata nel dirupo, oppure che l’omicida abbia ucciso la giovane donne tra le montagne di Piancavallo non distante dal lago di Barcis nella notte di domenica scorsa. 

Lutto regionale

“Ho dato disposizioni perché nel giorno delle esequie di Giulia sia dichiarato il lutto regionale. Avremo tutte le bandiere delle istituzioni a mezz’asta e l’intero Veneto si stringera’ in un abbraccio alla famiglia, agli amici di Giulia, a tutti coloro che le hanno voluto bene”. Lo ha scritto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

“Il dolore e lo sgomento coinvolgono, in queste giornate, l’intera comunita’ veneta: ci si interroga sui perche’ di una vita spezzata senza senso, sull’oltraggio a una ragazza che era simbolo per il proprio impegno nella vita e per il suo sorriso gentile – ha proseguito il governatore Zaia -. Dopo questi giorni di frenetiche ricerche, di speranze, di dolore, la dichiarazione del lutto regionale vogliamo diventi anche, nel ricordo di Giulia, un segnale estremamente determinato contro la violenza sulle donne. Propongo quindi di indossare non solo il 25 novembre ma anche nel giorno dei funerali il fiocco rosso, divenuto simbolo contro la violenza di genere, e di esporre nei luoghi pubblici e privati oggetti di colore rosso”.

Infine, Luca Zaia invita “le amministrazioni locali a operare, secondo le iniziative che vorranno adottare: una panchina di colore rosso, per ogni comune, potrebbe ad esempio essere importante, ma sono certo che anche i sindaci nei giorni delle esequie e in seguito sapranno realizzare adeguate iniziative ad alto impatto comunicativo e simbolico” e conclude affermando “il Veneto, nel ricordo di Giulia, lancerà nel giorno delle esequie un forte segnale contro ogni, odiosa, violenza sulle donne”.

L’omaggio a Giulia davanti alla villetta 

Assieme ai fiori, ai biglietti e ai peluche anche un piccolo ‘tocco’ della laurea attaccato alla cancellata della villetta di Vigonovo dove Giulia Cecchettin viveva, quel ‘tocco’ che non indosserà mai. Mentre continua stamattina il via vai di persone davanti alla casetta a due piani a Vigonovo della famiglia Cecchettin anche con bambini che si fanno il segno della croce.

Tra i tanti messaggi spicca “Giulia riposa in pace tra le braccia della tua mamma, sei la figlia di tutti noi“. Tutto avviene sotto il controllo di pattuglie dei Carabinieri, mentre i giornalisti attendono l’eventuale uscita di qualche familiare per i loro appuntamenti con le varie testate televisive. 

La laurea

“Ho impressa l’immagine di Giulia abbracciata all’albero con i suoi pupazzetti attaccati allo zaino. Ho parlato con la rettrice di Padova: non è che Giulia riceverà una laurea – ha assicurato la ministra dell’Università Annamaria Bernini -. Giulia riceverà la sua laurea in ingegneria, perché le mancava solo la discussione della tesi, lei si è laureata avrà quello che le spetta. Le hanno tolto tutto il resto: la vita e il diritto di continuare ad amare”. 

“Ringrazio tantissimo il ministro per la laurea – ha commentato il papà di Giulia -, in cuor mio è una cosa che è già avvenuta quel giovedì, lo vedete dai fiocchi rossi sul cancello di casa. Non posso che ringraziare perchè Giulia se lo è meritato”. 

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