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Papa Francesco
“Le cose se si fanno per indovinare il futuro non sono una cosa cristiana”: Papa Francesco, mentre ci si avvia ad un periodo dell’anno tradizionalmente dedicato ai vaticini e alle sibille più o meno improvvisate, precisa che questo tipo di pratiche non sono ammissibili. “Quanti di voi”, ha chiesto nel corso dell’udienza generale di stamane, rivolgendosi ai presenti, “vanno a farsi leggere le mani dalle indovine, o a farsi fare i tarocchi? Ma come mai, se si crede a Gesù Cristo, si va dal mago e da tutta questa gente?”.
Lo dimostrano anche le Sacre Scritture, ricorda il pontefice: “La potenza di Dio che irrompe ad Efeso smaschera chi vuole usare il nome di Gesù per compiere esorcismi ma senza avere l’autorità spirituale per farlo, e rivela la debolezza delle arti magiche, che vengono abbandonate da un gran numero di persone che scelgono Cristo”.
Un “vero capovolgimento” per una città, come Efeso, che era un centro famoso per la pratica della magia. E soprattutto, sottolinea ancora Bergoglio, “la diffusione del Vangelo ad Efeso danneggia il commercio degli argentieri, che fabbricavano le statue della dea Artemide, facendo di una pratica religiosa un vero e proprio affare”.
Una questione di business: “Vedendo diminuire quell’attività che fruttava molto denaro, gli argentieri organizzano una sommossa contro Paolo, e i cristiani vengono accusati di aver messo in crisi la categoria degli artigiani, il santuario di Artemide e il culto di questa dea”. Niente a che fare con la fede, tantomeno con quell'”abbandono fiducioso allo Spirito Santo” che Paolo dimostrava ancora lasciando Efeso. Se c’è quello non ci sono indovini che tengano.
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