Vigili del Fuoco / Twitter
L’appartamento del Fermano in cui si è sviluppato l’incendio
La bimba di 6 anni, morta l’8 gennaio scorso tra le fiamme scoppiate nella casa di Servigliano, un centro del Fermano, in cui abitava con la sorellina e i genitori, sarebbe stata uccisa dalla mamma.
Ne sono convinti gli inquirenti, coordinati dal pm Francesca Perlini, il gip del tribunale di Fermo, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio volontario. La donna, di origini bulgare, è stata prelevata dai carabinieri e trasferita in carcere.
Si credeva che la bimba fosse morta nell’incendio dell’abitazione in cui viveva con la famiglia a Borgo Leopardi, quartiere di Servigliano e che la mamma avesse portato in salvo la sorellina minore senza poi riuscire a rientrare in casa. L’incendio che si era sviluppato intorno alle 3 dell’8 gennaio, forse scaturito da un corto circuito dell’impianto elettrico dell’abitazione. Sul posto erano immediatamente intervenuti i vigili del fuoco di Fermo, i sanitari del 118 di Montegiorgio e i carabinieri.
Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, era stata la mamma ad accorgersi del fumo che stava saturando l’abitazione: a quel punto sarebbe riuscita a raggiungere solo una delle due figlie, con la quale si è precipitata in strada per mettersi in salvo e quando ha cercato di rientrare in casa per portare via anche la seconda bambina l’aria era diventata irrespirabile e le fiamme avevano ostruito l’ingresso.
Anche i carabinieri di Montegiorgio hanno provato a entrare in casa, ma l’incendio si era alimentato ed è stato impossibile trovare un varco utile. Solo i vigili del fuoco, sopraggiunti con tre mezzi, erano riusciti a raggiungere la bambina intrappolata in casa e a portarla fuori, affidandola ai soccorritori del 118.
La mamma e la figlia più piccola sono state soccorse sul posto e poi trasferite in ospedale a Fermo. Sulle cause dell’incendio indagavano i vigili del fuoco e i carabinieri di Montegiorgio, guidati dal capitano Massimo Canale, in collaborazione con i colleghi del comando provinciale, guidato dal colonnello Antonio Marinucci. Alcune famiglie che abitano in appartamenti confinanti con l’abitazione andata a fuoco erano state sgomberate per ragioni di sicurezzao.
Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulla vicenda, ma – da quanto si è appreso – le indagini condotte dai vigili del fuoco e dai carabinieri sul rogo dell’appartamento al primo piano di un edificio alle porte del centro storico di Servigliano, sarebbe stata la mamma ad appiccare le fiamme dopo aver ucciso la primogenita e portando in salvo solo l’altra figlia di 5.
Dall’autopsia sul corpicino della bimba e dai rilievi dei vigili del fuoco sarebbero emerse prove inconfutabili, che hanno portato ad accusare la mamma. Il corpo della bimba si trova attualmente ancora presso l’obitorio dell’ospedale di Fermo a disposizione dell’autorità giudiziaria. La svolta nelle indagini già alla fine della scorsa settimana, quando carabinieri e assistenti sociali si sono recati nell’asilo frequentato dalla sorellina per trasferirla in una residenza protetta. Allertato soltanto il padre che, tra l’altro, al momento in cui è scoppiato l’incendio non era in casa.
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