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Amos Oz
E’ morto a 79 anni lo scrittore israeliano Amos Oz. Lo riferiscono i media dello Stato ebraico. Le sue opere sono state pubblicate in 45 lingue in 47 Paesi nel mondo e ha ricevuto numerosi premi e onoreficenze, tra cui la Legion d’Onore francese, il Goethe Prize, il Premio Principe delle Asturie, l’Heinrich Heine Prize e l’Israel Prize.
A dare la notizia è stata la figlia maggiore dello scrittore, Fania Oz-Salzberger, con un messaggio su Twitter: “Il mio amato padre è morto di cancro, proprio ora, dopo un rapido declino, nel sonno e nella tranquillità, circondato dai suoi cari. Si prega di rispettare la nostra privacy. Non posso rispondere alle chiamate. Grazie a chi lo ha amato”.
Oz era nato a Gerusalemme nel 1939 ed era cresciuto nel kibbutz Hulda; aveva studiato filosofia e letteratura all’Università ebraica di Gerusalemme. Nel 1960 aveva sposato Nili (dalla quale ha avuto tre figli) e l’anno successivo, a soli 22 anni, aveva pubblicato i suoi primi lavori. In oltre 50 anni di attività, ha scritto oltre 18 opere in ebraico, tra romanzi, racconti e saggi, insieme a 500 articoli ed editoriali per riviste israeliane e internazionali.
Tra i suoi libri più famosi, ‘La scatola nera’, ‘Una storia di amore e di tenebra’ e ‘In terra di Israele’. Oltre a essere un influente intellettuale, era una delle voci critiche più ascoltate in patria e all’estero.
L’esperienza sotto le armi – prima con la leva obbligatoria, poi durante la Guerra dei Sei Giorni nel 1967 e quella dello Yom Kippur nel 1973 – l’aveva portato a essere un attivo fautore del dialogo tra israeliani e palestinesi. Dei conflitti tra lo Stato ebraico e i suoi vicini arabi ne aveva anche scritto a lungo. La sua voce si era levata anche negli anni più recenti, in occasione delle guerre in Libano e nella Striscia di Gaza, esortando a intraprendere la strada del dialogo e della moderazione.
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