Continua il monitoraggio del gruppo di orche che da domenica 1 dicembre stazionano nell’area del porto container di Genova Voltri. Le riprese aeree effettuate dall’elicottero della Guardia costiera confermano l’assenza del corpo del cucciolo del gruppo, deceduto. Dal confronto con le immagini di questi ultimi giorni, si presume che la madre possa averlo abbandonato nella notte tra venerdì e sabato.
La guardia costiera si sta adoperando per individuare e recuperare il corpo del cucciolo, che potrà dare importanti informazioni per lo studio scientifico di questa importante specie di mammiferi. Rimangono, pertanto, i 4 esemplari: il maschio adulto, la madre del cucciolo e gli altri due esemplari adulti. Biologi, medici veterinari e ricercatori coinvolti nel monitoraggio sono preoccupati per le condizioni fisiche degli esemplari che mostrano segnali di deperimento e auspicano che presto il gruppo possa riprendere il largo.
Nel monitoraggio sono impegnati gli esperti dell’Acquario di Genova, dell’Istituto Tethys, assieme ad alcuni osservatori di Whalewatch Genova Golfo Paradiso, con la collaborazione della Guardia costiera. In campo anche i ricercatori della sezione di Genova dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e del dipartimento di Fisica dell’università di Genova.
#GuardiaCostiera prosegue attività di monitoraggio a tutela delle orche presenti nei pressi del porto di Genova.Nelle immagini di oggi il branco e la femmina che da giorni continua a portare in superficie il suo piccolo senza vita.Ancora vigente ordinanza Capitaneria Genova pic.twitter.com/BFRJQSBhR7
— Guardia Costiera (@guardiacostiera) December 7, 2019
“Al mondo casi come quello del porto di Genova sono molto rari”, spiegano gli esperti. In questi giorni alcuni ricercatori dell’Acquario di Genova, con particolare riferimento al team del progetto Delfini Metropolitani e Intercet, e dell’Istituto Tethys, stanno partecipando alla conferenza mondiale dei Mammiferi marini e si stanno confrontando con i massimi esperti di orche per valutare la situazione e condividere la migliore strategia per poter essere di aiuto a questi esemplari.
Intanto, tramite l’utilizzo di dispositivi subacquei di registrazione acustica (idrofoni), i ricercatori hanno potuto registrare le vocalizzazioni emesse dalle orche. I suoni saranno confrontati con quelli registrati in altre aree, dove la presenza delle orche è regolare, per tentare di capire da quale zona provengano questi individui.
Per garantire agli animali, che certamente si trovano in una situazione di stress, il minor disturbo possibile, permane la validita’ dell’ordinanza emanata la scorsa settimana dalla capitaneria di porto di Genova per limitare l’interferenza tra l’attività di navigazione e la presenza dei cetacei: vietate la navigazione e qualsiasi attività subacquea nell’area della cosiddetta ‘zona di precauzione’ prospiciente l’ingresso al bacino portuale di Prà.
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